L’accordo Ama-sindacati per ripulire la capitale dai rifiuti si rivela falimentare. Week-end fra i rifiuti della città storica.
L’accordo fra l’azienda di igiene urbana del comune di Roma e i sindacati prende vita alla fine del 2021. Nasce come tassello per l’attuazione del piano straordinario di pulizia della città indetto dal nuovo sindaco Roberto Gualtieri.
Stanziato bonus di 360 euro lordi per tutti i lavoratori disponibili per l’attuazione del piano straordinario dal 22 novembre 2021 al 9 gennaio 2022. Qualcosa però non ha funzionato e la Capitale è inondata dai rifiuti, il souvenir più caratteristico.
Il comune di Roma ha presentato un piano di pulizia straordinario per ripristinare il decoro della città di Roma. Per attuarlo Roma Capitale ha stanziato un finanziamento ad Ama pari a 3 milioni di euro. I sindacati dal canto loro hanno avanzato la richiesta e ottenuto l’ok per la premiazione mensile dei lavoratori attivi per la causa.
Tutto fantastico se non fosse che le strade di Roma raccontano un’altra storia. I turni del piano di raccolta del week-end faticano ad ingranare. Il regime ordinario di pulizia del sabato e della domenica lascia a desiderare e nonostante i ritmi feriali qualcosa non va. La causa? Gli scarti delle attività alberghiere e di ristorazione.
Nelle principiali piazze di Roma, Campo de’ fiori in primis, ma anche sparsi uniformemente lungo le strade del quartiere Trastevere, i sacchi di immondizia giacciono indisturbati. I turisti di Roma si aggirano disgustati fra le vie del centro storico ma sono i residenti ad avanzare le critiche più pesanti.
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Equiparano la piazza ad una discarica ed incolpano commercianti e ristoratori. Simonetta Marcellini del Comitato emergenza Trastevere protesta scagliandosi contro l’inefficienza dell’organizzazione Ama, come riporta il FattoQuotidiano. Il servizio domenicale è praticamente assente e l’alta concentrazione di pub e ristoranti, che risponde alle esigenze del turismo, rende la situazione gravissima.
Trastevere è il quartier generale della movida romana nel week-end e i commercianti, dal canto loro, si difendono. Sostengono che non siano le loro attività a produrre rifiuti in eccesso ma che sia l’azienda di igiene urbana di Roma ad essere gravemente inefficiente. La raccolta porta a porta destinata alle utenze non domestiche non funziona e il centro storico della città è una discarica a cielo aperto.
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Viviana Di Capua, dell’associazione Abitanti del centro storico, pone l’accento sulla geografia urbana. La maggior parte dei rifiuti viene infatti ammassata nei vicoli di cui la città eterna è largamente provvista. Nella zona del Pantheon e di Piazza Navona è diventato difficile percorrere gli slarghi dei piazzali. C’è da dire tuttavia che a piazza Navona i cestini sono stati momentaneamente rimossi in attesa di essere sostituti, si spera, al più presto.
Il problema è probabilmente legato alla difficoltà di concertazione fra i turni Ama, la produzione di rifuti a carico delle attività commerciali e il posizionamento dei cassonetti. Difatti il piano straordinario ha apportato dei miglioramenti alla situazione ma i cassonetti stradali sono stati rimossi. Stazione termini ospita la situazione più gravosa: i senzatetto dormono letteralemente su una distesa di rifiuti e l’emergenza rischia di assumere carattere umanitario.