Crisi in Ecuador: la situazione è insostenibile. Problemi geografici ma soprattutto economici

Crisi per il maggior esportatore di banane al mondo: l’Ecuador. La potenza russa era infatti sua cliente abituale.

Ecuador banane commercianti
Commercianti in Ecuador (Foto di Herbert Bieser da)Pixabay

L’Ecuador è una repubblica presidenziale dell’America del sud. Il suo territorio vanta una storia di guerre d’idipendenza molto vasta e dal 1830 è indipendente dalla Grande Colombia.

Il territorio dell’Ecuador ospita un bacino ampissimo di biodiversità tanto a livello di specie animali che di specie vegetali. Proprio per la vastità di colture agricole questa ragione è il maggior esportatore al mondo di banane. Le cose però non vanno più per il meglio, le esportazioni della Repubblica sono in crisi.

Crisi dell’export equadoregno

Ecuador banane Chiquita
Logo marchio Chiquita (Foto di youtube.com da Piterest)

L’Ecuador registra come paesi principali per le proprie attività di export l’America, a cui indirizza il 37,8% delle provvigioni, Panamá con il 9,9%, il Perù a cui spetta il 6,2%, il Venezuela con il 5,2%, il Cile con il 4,9% ed infine la Russia, che importa il 4,6% della merce.

A subire i colpi della guerra è il mercato interno equadoregno che lamentava già i primi colpi assestati dall’abbassamento dei prezzi sulla frutta a livello internazionale e che oggi perde il suo cliente più fidato nell’export delle banane. La causa? Le sanzioni della Nato nei confronti della super potenza a seguito dell’attacco militare all’Ucraina.

La Russia era destinataria del 21% delle esportazioni di banane dell’Ecuador, era cioè responsabile di 698 milioni di dollari di fatturato annuo per un corrispettivo in euro di 636 milioni. Un duro colpo quindi per l’economia della nazione. Prima della guerra 1,8 milioni di casse venivano spedite a cadenza settimanale in Russia. Altre 180.000 avevano come destinazione l’Ucraina.

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Il porto principale dell’Ecuador si trova nel sobborgo di El Triunfo, cittadina vicino a Guayaquil e gli effetti della guerra hanno bloccato le navi pronte alle rotte internazionali. I camion diretti a El triunfo sono rimasti in fila senza poter caricare la merce e le filiere produttive a marchio Chiquita hanno dismesso i propri ingranaggi.

Il calo delle esportazioni complica la situazione con il vertiginoso calo dei prezzi sull’invenduto. Alcune lavoratrici del posto affermano di non aver mai dovuto fronteggiare una crisi simile e di preferire regalare le banane piuttosto che venderle prezzi davvero ridicoli.

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All’oggi la situazione per gli agricoltori e venditori di banane è drammatica. Tonnellate di banane restano in magazzino e non incontrano il mecato est-europeo. Minori vendite rallentano e dimezzano la necessità di forza-lavoro e sono infatti circa 6.000 le persone disoccupate a lamentare la crisi economica dell’export di banane.

Un numero rumoroso per un’industria che genera 50.000 posti di lavoro diretti e 250.000 posti indiretti. In tre settimane si sono registrate perdite da 9 milioni di euro. 260 aziende agricole chiedono aiuto al governo e lo scenario di malcontento lascia presagire conseguenze poco piacevoli.

 

 

 

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