La settimana lavorativa di 4 giorni è un nuovo modo di concepire il lavoro. Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi che bisogna sapere?
Con l’arrivo della pandemia, anche il modo di concepire il lavoro è notevolmente cambiato. Dallo smart working, inserito per emergenza e rimasto in diverse realtà aziendali, oggi si parla di una possibile settimana lavorativa di 4 giorni. Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo nuovo fenomeno?
Nel corso degli anni il tempo dedicato a lavoro è andato sempre più rimodulandosi. Basti pensare che nell’800, le ore di lavoro in una settimana potevano anche essere 80 (soprattutto nel settore agricolo). Oggi non sarebbe più sostenibile un ritmo cosiffatto. Il lavoro è cambiato ma anche le esigenze e lo stile di vita.
Già negli ultimi mesi, il mondo del lavoro globale ha assistito al fenomeno delle dimissioni di massa. Molti dipendenti, soprattutto giovani, dopo aver provato il lavoro da remoto hanno riequilibrato le priorità nelle loro vita. In tanti non sono più disposti a trascorrere tutto il tempo in ufficio o vivere lontani dagli affetti.
Sembra quindi che la dimensione umana stia avendo la meglio su quella lavorativa. Proprio in virtù di tale cambiamento, anche in Italia si sta parlando della possibilità di lavorare solo 4 giorni su 7, con relativi pro e contro. Alcune aziende lo stanno già facendo.
Un dipendente felice sarà sicuramente più affidabile e fruttuoso per un’azienda. Questa è la regola su cui si fonda l’idea di lavorare soltanto 4 giorni a settimana, allungando il weekend a 3 giorni. In alcuni paesi questo cambiamento è già in atto (Giappone, Nuova Zelanda e Spagna) con non pochi vantaggi per tutti:
Come ogni situazione, anche in questo caso, ai vantaggi si oppongono degli svantaggi. Ad esempio, questa nuova gestione del lavoro non può essere assunta in tutti settori. Pensiamo infatti al mondo dell’agricoltura dove il lavoro deve esser svolto 7 giorni su 7 per garantire produttività.
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Alcune aziende hanno manifestato invece la difficoltà di gestire la squadra qualora i dipendenti scelgano giornate liberi differenti. Anche fare una riunione, seppur da remoto, potrebbe risultare un problema. Inoltre, alcuni dipendenti, potrebbero decidere di lavorare lo stesso di più con una ridistribuzione delle ore lavorative.
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Dunque, proprio come lo smart working, anche questa nuova ipotesi andrebbe rimodulata e studiata per bene. Alcune aziende in Italia hanno però già attuato cambiamenti in tal senso, registrando aumento di produttività e del morale dei dipendenti. Dunque non si tratta di un’utopia ma di una nuova possibilità.