Cosa succede al nostro cervello quando non camminiamo abbastanza. La risposta vi lascerà davvero senza parole. Scopriamo la connessione tra cervello e attività fisica.
Fare una costante attività fisica è essenziale per poter vivere in piena salute sia fisica che mentale. Qualsiasi medico, infatti, insieme ad una dieta sana e variegata vi consiglierà quasi sempre di affiancare ad essa dell’attività fisica giornaliera, salvo eventuali patologie che ne impediscano la pratica.
Sin dalla tenera età il ruolo dell’attività fisica è importantissimo non solo come svago ma anche come attività essenziale per il corretto sviluppo della struttura muscolare.
Lo sport, inoltre, si rivela di grande aiuto anche della formazione mentale e sociale di un bambino che grazie all’idea del “fairplay”, alla base di ogni sport di squadra, impara l’importanza del rispetto verso il prossimo.
L’attività fisica più basilare dalla quale iniziare è sicuramente una buona camminata giornaliera. E’ un’attività semplice ma nonostante la sua semplicità porta notevoli benefici a mente e corpo.
Cosa succede al cervello quando non facciamo attività fisica
I benefici dell’attività fisica, fosse anche solo una camminata mattutina, sono davvero tanti. Sicuramente una pratica costante permette di perdere peso, riducendo così il rischio di malattie cardiovascolari e alcune forme tumorali.
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Una recente ricerca portata avanti dalla collaborazione tra l’Università di Pavia e l’Università Statale di Milano ha invece mostrato quali potrebbero essere le conseguenze sul nostro cervello di una mancata attività fisica.
Perseguendo una vita sedentaria prolungata si va incontro ad alterazioni funzionali di alcuni organi del nostro corpo. Tra queste alterazioni, i ricercatori hanno evidenziato come ad essere alterata è sicuramente la neurogenesi, il processo di formazione di cellule nuove dell’apparato nervoso.
Al contrario, fare costante esercizio che implica un grosso sforzo delle gambe come appunto camminata e corsa, permetterebbe una rigenerazione cellulare di tutte le cellule appartenenti all’apparato nervoso.
Non si tratta solo di dati sperimentali, ma questo fenomeno è stato ampiamente riscontrato in alcune categorie di soggetti, come gli astronauti.
Gli astronauti durante le loro missioni sono costretti a un ridotto utilizzo delle gambe e, più in generale, di tutta la loro muscolatura.
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Proprio per questo molto spesso appena tornati sul nostro pianeta non riescono a stare in piedi più di tanto e riscontrano una grossa riduzione delle abilità muscolari e nel lungo termine anche in quelle cerebrali.