Una novità nel mondo green arriva dall’olio vegetale. Ecco cosa accadrà da oggi in poi e come potremmo risparmiare senza inquinare l’ambiente.
Un progetto innovativo e sostenibile è appena partito, con un testimonial di eccezione ed assolutamente autorevole. Il mondo del green è in continua evoluzione ed anche l’olio vegetale farà la sua parte. Ecco cosa cambierà ed i numeri in merito a questa importante novità.
Avete mai pensato a quanto olio esausto produciamo quotidianamente nelle nostre case o nei grandi ristoranti e catene? Se anche il nostro stile alimentare sta cambiando e si cerca sempre più di renderlo sano, è impossibile rinunciare in tutto e per tutto alla frittura.
Anche se non capita di pensarci, ma sono tonnellate i litri di olio che consumiamo quotidianamente. Pensate ad un grande ristorante ed a quanto cibo si prepara tutti i giorni. Se non smaltito nel modo corretto, l’olio esausto va a finire nelle falde acquifere e danneggia la flora. Un cambiamento però è in atto e, a dirlo, è anche lui.
L’olio vegetale, prodotto da ristoranti e grandi aziende operanti nel settore, diventerà un nuovo modo di fare il carburante. Il progetto del Gruppo Hera si chiama Hove e si rivolge, infatti, a tutte le imprese che producono olio esausto. Testimonial d’eccezione è Valerio Braschi, giovane vincitore del programma culinario Masterchef.
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Proprio Braschi, ha sposato questa importante causa, affiancando la multinazionale bolognese e sensibilizzando i suoi colleghi a riguardo. Ogni anno in Italia vengono prodotto oltre 260 mila tonnellate di olio esausto. Di queste, circa 70 mila provengono dal mondo della ristorazione.
Oggi però, fritture, cotolette, patatine ed ogni tipo di preparazione così fatta, potrà essere un’azione green. Il Gruppo Hera infatti, raccoglierà gli oli utilizzate nelle grandi cucine. Successivamente questi verranno conferiti alla bio raffineria Eni di Porto Marghera e sarà trasformato in bio carburante.
Il progetto è importante e servirà ad evitare che questo prodotto di scarto finisca nelle fognature e rovini l‘ecosistema. Tutto il meccanismo infatti è assolutamente sostenibile. Basti pensare che, così strutturato, il lavoro di raccolta e fino alla produzione genera l’83% di emissioni in meno.
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Numeri davvero entusiasmanti ai quali potrebbero aggiungersi quelli dei singoli cittadini. Il prodotto di scarto proveniente dalle case private è pari al 62% del complessivo. Dunque, ognuno potrà essere parte attiva al progetto semplicemente raccogliendo lo scarto e portandolo nelle apposite zone di raccolta.