L’Italia cerca soluzioni per l’indipendenza energetica. La Russia promuove ostilità nei riguardi di tutti i paesi europei artefici delle sanzioni a suo danno. L’Algeria risponde.
Il conflitto in Ucraina ha inaugurato per la Russia l’era delle sanzioni. Come è noto la NATO ha puntato all’isolamento finanziario e commerciale della potenza rendendola di fatto estranea alle rotte commerciali di capitale e merci europee.
La Russia ha reagito minacciando lo stop ai rifornimenti di gas. Le percentuali dell’import di gas russo da parte dell’Italia restano elevate (43.3%) e il governo italiano cerca strategie alternative. Il premier Mario Draghi si è recato in Algeria assieme al ministro degli esteri e il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani. Cosa è accaduto?
Anche conosciuto come gasdotto Enrico Mattei, il Transmed (Trans Mediterranean Pipeline) è il gasdotto che collega l’Italia all’Algeria attraversando la Tunisia. È dal 1983 che il ponte sotterraneo fra Algeria e coste siciliane rifornisce l’Italia del 31% del gas nord-africano.
L’oggetto del vertice tenutosi ad Algeri fra i tre ministri e il presidente della Repubblica algerina Abdelmadjid Tebboune riguarda un aumento delle quantità di approvvigionamento di gas a destinazione italiana. In particolare la dichiarazione d’intenti è stata quella di rafforzare la cooperazione fra i colossi energetici Eni e Sonatrach per far crescere l’import-export.
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L’accordo amplia la precedente intesa fra le due nazioni e culmina in un incremento delle capacità del gasdotto che verranno sfruttate al massimo. La capacità massima del gasdotto TransMed è di 30 miliardi di metri cubi annui. In questo modo l’Algeria diventa il nostro primo fornitore di gas.
La manovra è economica e politica e mira a centrare l’obiettivo europeo di sostituire alleanze di qualsiasi tipo con la Russia. In termini concreti la collaborazione porterà allo stoccaggio del 90% dei depositi di gas in vista dell’inverno e alla sostituzione di 1/3 delle importazioni dalla Russia.
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Dal 2024 l’importazione aumenterà di circa 9 miliardi di metri cubi aggiuntivi. La direzione presa dal governo sa più di una corsa ai ripari che di una effettiva manovra per l’indipendenza energetica e la riduzione di emissioni di CO2. L’Algeria è una delle nazioni che in sede Onu non ha votato per la condanna dell’invasione russa dell’Ucraina.