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Parco degli acquedotti romani: l’azione ecologica dei volontari è cura preziosa per l’ambiente

Parco degli acquedotti romani: l’azione ecologica dei volontari è cura preziosa per l’ambiente. Dal degrado territoriale alla riscoperta in tutto il suo fascino. 

Acquedotto a Roma – Pixabay

Le città italiane sono sempre – purtroppo – interessate a numerosi casi di disagio urbano dettato dalla trascuratezza da parte degli enti territorialmente competenti e del comportamento spesso nocivo dei cittadini. Cosa fare in questi casi? Molte associazioni negli anni si sono formati e prodigati per riqualificare i territori, spesso anche di interesse storico. L’Italia è ricca di tesori, trascurati.

Da nord come a sud i cittadini attenti a questi fenomeni aderiscono alle campagna di sensibilizzazione, sporcandosi anche le mani ripulendo le zone maggiormente colpite dal degrado. Ed è quello che in questi giorni ha interessato Roma. Alla capitale infatti alcuni cittadini hanno detto basta ad una situazione tristemente sfuggita di mano.

L’azione ecologica a Roma, un monito per tutti i cittadini

sentiero con ponte – Pixabay

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I volontari delle varie associazioni del settore nel compiere l’atto di pulizia hanno trovato praticamente di tutto. Dalle siringhe alle cartacce ma anche accampamenti e roulotte. E’ merito loro se adesso torna a splendere una zona trascurata sino ad ora di Roma ovvero il sentiero che collega il Parco degli Acquedotti al parco di Tor Fiscale. Il problema che probabilmente sta alla base di questa trascuratezza deriva dal fatto – questo è quanto ammette Cristiano Tancredi di Retake Parco degli Acquedotti – che il sentiero passa da aree private e ancora manca l’ufficialità del percorso da parte delle istituzioni competenti.

Lo scopo è quello di intervenire in maniera più incisiva e far sì, che i due parchi possano essere congiunti, segnerebbe un passo fondamentale per avvicinare il centro con la periferia della città. Roma ha tantissime aree verdi ma vive nel paradosso di non poterle usare a causa dell’abusivismo edilizio che tristemente viene ereditato dai decenni passati.

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Le associazioni che hanno fatto parte a questa attività di pulizia chiedono che il sentiero venga ufficializzato e di conseguenza sistemato. In primis con apposita illuminazione, sistemando le zone dissestate quindi rimuovendo le buche e tutti i pericoli che possono presentarsi durante il cammino. I volontari ci tengono però a precisare, anche le zone dove le radici possono costituire una minaccia, non va risolto con una gettata di asfalto ma solo sistemarlo in terra battuta. La giusta illuminazione e l’apposita segnalazione faranno il resto.

Maria Longo

Nata a Catania nel 1987. Conseguita la Laurea Magistrale in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Matrimonio omosessuale: un’analisi comparatistica”, intraprende il percorso forense tra divorzi, procedimenti in Corte D’Appello e Commissione Tributaria. Parallelamente muove i primi passi in ambito giornalistico collaborando con alcune testate locali e scrivendo articoli di diritto con analisi approfondita sulle pronunce più autorevoli della Corte di Cassazione. Appassionata di fotografia, non rinuncia mai alla sua reflex che viaggia con lei, alla ricerca di dettagli da immortalare. Lingue parlate inglese, francese e spagnolo.

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