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I falsi miti sulle energie rinnovabili: le fonti alternative sono cosa seria, facciamo il punto

I falsi miti sulle energie rinnovabili ostacolano il progresso nella direzione della sostenibilità. L’Italia si mostra culturalmente indietro nell’accogliere il programma europeo di rinnovabilità energetica.

Pale eoliche (Foto di Pexels da Pixabay)

Il tema della diversificazione energetica e dell’abbandono dei combustibili fossili è il primo sull’agenda della Commissione europea. Ci sono tuttavia dei falsi miti diffusi soprattutto nei palazzi di potere della nostra nazione che ostacolano e rallentano il passaggio alle rinnovabili.

Cerchiamo di analizzare la situazione internazionale e italiana relativamente alla tematica della ripresa energetica europea.

I falsi miti sulle rinnovabili che ostacolano la transizione ecologica

Bandiera italiana (foto di Julia Casado da Pixabay)

Il passaggio alle rinnovabili non include fra i sui step la sola diversificazione energetica. La Commissione europea ha stilato un programma completo che parla di sostituzione e passaggio a fonti energetiche sostenibili. L’energia nucleare così come il carbone sono materia di un approvviggionamento energetico da lasciare al passato.

Non tutti i paesi reagiscono allo stesso modo a questo necessario cambio di paradigma su scala globale. I target per la salvaguardia del clima sono da raggiungere entro il 2030 e l’Italia pare però non rinnovare il proprio vocabolario. Si considera la riapertura di vecchie centrali a carbone (come quella di La spezia) e addirittura si parla nuovamente di nucleare.

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Recentemente il premier Draghi si è recato in Algeria assieme ai ministri degli esteri e della transizione ecologica. L’obiettivo? Quello di accordarsi sull’aumento dell’importazione di gas dal sud-Africa. È pur vero che l’Italia assieme alla Germania sono le due nazioni maggiormente colpite dal conflitto in est-Europa. Lo stop di rifornimenti di gas dalla Russia rende la situazione emergenziale e tuttavia c’è qualcosa che ostacola la presa in carico del problema.

L’Italia basa le proprie manovre economiche e politiche su un pregiudizio che fa del passaggio alle rinnovabili una chimera utopistica da libro fantasy. Intanto la decisione di incrementare il quantitativo di gas proveniente dall’Algeria incrementa proporzionalmente le emissioni di CO2 nell’atmosfera.

Ecco quindi uno dei tanti pregiudizi anti-transizione ecologica: le energie rinnovabili sono una soluzione di nicchia. Questo dilagante pregiudizio intende la sostenibilità energetica come incapace di competere con i combustibili fossili. Termini come energia solare, idrogeno verde ed energia eolica o elettrica risuonano nelle orecchie come lessico new age.

Il XXI secolo esige il passaggio alle fonti rinnovabili di energia come unica possibilità di garanzia di un futuro per il pianeta terra e la civiltà tutta. Quello che sembra un passaggio dell’Apocalisse rappresenta la realtà concreta del nostro tempo.

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Il problema è rintracciabile come sempre nei trend di mercato. La tradizione energetica mondiale conosce da sempre il dominio dei combustibili fossili sul mercato internazionale. Le energie rinnovabili coprono il 30% della produzione complessiva ma qualcosa è cambiato.

Nel 2020 gli investimenti in impianti di produzione elettrica hanno raggiunto i 513 miliardi di dollari. 360 miliardi sono stati destinati alle energie rinnovabili, 150 miliardi al fossile e al nucleare. Nulla più della pandemia da Covid ci ha insegnato che il potere esecutivo del governo può cambiare gli assi della realtà. Se è stato possibile trasporre il lavoro alla realtà virtuale, se è stato possibile allestire le condizioni per un lockdown generale la prospettiva cambia.

L’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale per le Fonti Rinnovabili dimostra che nel mondo sono state avviate centrali elettriche per 310 miliardi di kilowatt. I 260 GW di questi è supportato da impianti rinnovabili, eolico e fotovoltaico in particolare. Il 20% è costituito da  fonti fossili.

Il passaggio alle rinnovabili, seppure graduale, è possibile. Un primo step potrebbe consistere nell’abbassamento delle percentuale delle centrali a combustione fossile esistenti. Numerose nazioni si stanno già muovendo in questa direzione. Altro falso mito vedrebbe le rinnovabili come una soluzione troppo costosa per essere adottata.

Il prezzo dell’energia fotovoltaica ed eolica si è abbassato enormemente e lo scenario emergenziale globale ha reso necessarie politiche di detrazione da parte dei governi. Questi hanno infatti previsto degli incentivi per il passaggio alle energie rinnovabili.

Eco bonus e Bonus casa rientrano fra questi e valgono per gli interventi di restauro e istallazione degli impianti sostenibili. La strada è certamente lunga ma non impossibile e non siamo nella condizione di dare adito a pregiudizi. Il rovescio della medaglia è una (già) irreversibile crisi ambientale che renderà impossibile vivere sul nostro pianeta.

 

 

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