Il tema dell’agnello a Pasqua è sempre controverso, negli ultimi 5-10 anni, nel periodo pasquale è ricorrente il dilemma sulla scelta del portare o no l’agnello in tavola per usanza.
Il tema dell’agnello a Pasqua è sempre controverso, negli ultimi 5-10 anni, nel periodo pasquale è ricorrente il dilemma sulla scelta del portare o no l’agnello in tavola per usanza. Questo dilemma porta con sé polemiche, attacchi e discussioni sui social networks. Quest’anno, meno di un italiano su quattro porterà l’agnello in tavola per il pranzo pasquale.
La battaglia ideologica contro l’uccisione degli agnelli mette a dura prova un settore particolarmente in crisi in questo periodo, il settore della pastorizia. Infatti, mai come quest’anno, a causa della pandemia e della guerra in Ucraina in corso, alcune categorie, come allevatori, agricoltori e pastori, sono stati particolarmente colpiti dai rincari dei costi di produzione.
Giusto o sbagliato? Agnello in tavola è un’usanza terribile
Secondo i dati forniti dal Crea, il consiglio per la ricerca in agricoltura, Coldiretti ha ricordato che il settore della pastorizia subirà un calo dei redditi dell’ordine del 50%, mettendo quindi a rischio l’intero settore. Un calo del 50% significa entrate dimezzate rispetto allo scorso anno. Si tratta quindi di un allarme che non si può ignorare. Gradualmente, ci sarà la necessità di ritrovare un equilibrio e di rimettere questo settore nelle condizioni di poter essere produttivo.
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Una fra le più importanti associazioni animaliste, la Compassion in World Farming, si batte per far sì che gli allevamenti animali siano mantenuti nei prossimi anni. In modo tale da non cancellare un settore lavorativo e tutta una catena aziendale esistente da anni.
L’associazione, però, ha la missione di rendere gli allevamenti sostenibili per gli animali, per i lavoratori e per i consumatori. Coldiretti ricorda che, rendendo man mano gli allevamenti più equilibrati, giusti e sostenibili, il 24% dei consumatori che acquisterà agnello lo sceglierà made in Italy. Solo circa il 9% lo comprerà direttamente dal produttore.
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Questo aspetto, garantendo la sicurezza della provenienza, farà sì che il consumatore sia consapevole e sicuro che l’allevamento di provenienza tratti gli animali in modo equilibrato e giusto. Comprare invece animali dall’estero potrebbe non garantire al consumatore se l’animale è stato allevato in buone condizioni oppure no. Oltretutto, l’allevamento sostenibile che segue le direttive delle migliori associazioni animalistiche, renderebbe la qualità della carne migliore. Sta al consumatore scegliere se consumare agnello o meno per Pasqua, certo è che resta un’usanza alquanto discutibile, se non terribile, specialmente nel 2022.