Inquinamento ed allergie: quale correlazione tra il binomio invalidante. A quanto pare sono emersi dei dati sconcertanti sul collegamento.
Aprile, maggio sono questi i mesi simbolo delle allergie. La primavera appare infatti in tutto il suo splendore diffondendo polline nell’aria e provocando in molti delle reazioni allergiche, che vanno dal naso che cola ad altri più fastidiosi. L’allergia va monitorata per evitare che possa degenerare; questo stato patologico deriva da fattori quali il polline – già citato – o gli alberi di ulivo.
Le sostanze da esse propagate nell’aria sono ritenute non innocue dall’organismo di determinati soggetti che decide quindi di rispondere a questo attacco, concepita infatti come minaccia. Quindi se un soggetto avverte questi sintomi, è giusto richiedere l’intervento del proprio medico.
Inquinamento ed allergie, cosa ne sappiamo su questo connubio
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Secondo alcune ricerche è emerso come vi sia una correlazione tra inquinamento ed allergie, più aumenta lo smog e maggiori saranno i soggetti allergici. Questa posizione è corroborata dal fatto che esiste uno spaccato enorme tra la città e le campagne: in città l’inquinamento è espresso in tutte le sue forme, certamente non aiuta anzi crea uno stato di tensione quasi alle difese immunitarie del soggetto. Ecco perché è opportuno prendere le dovute precauzioni.
Nelle zone rurali invece dove il tempo viene scandito diversamente, i membri di quella comunità affetti da allergie saranno sempre di meno. Questo quindi è un dato da non trascurare, l’aria pulita delle zone di campagna batte la città. Poi c’è un altro aspetto da non trascurare, ossia il fumo. I fumatori infatti sono esposti ad un maggior rischio di allergia. Un altro comportamento utile potrebbe essere quello di stare attenti quando si è all’area aperta, non è un caso che alcune zone particolarmente industrializzate impone i cittadini a proteggersi con le mascherine, ancora prima della pandemia.
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L’allergia è un problema che può essere costantemente monitorato con appositi farmaci per evitare che si abbiano conseguenze peggiori. Tuttavia è possibile ricorrere all’immunoterapia specifica, più nota come vaccinazione il cui scopo appunto è quello di ottenere l’immunizzazione facendo in modo per l’organismo gradualmente impari a non percepire più il polline o altro come fattore di allerta.