Avete mai sentito parlare dell’isola di spazzatura? Si tratta di qualcosa di mostruoso che lascia tutti senza parole. Ecco i dettagli a riguardo.
Si chiama Pacific Trash Vortex ed è conosciuta al mondo come l’isola di spazzatura. Si tratta, infatti, letteralmente di un isola di rifiuti che galleggia nell’Oceano Pacifico ormai da decenni, crescendo sempre di più.
Grazie ad alcuni rilevamenti aerei ed allo studio delle misurazioni marine, la stima odierna è che quest’isola misuri oggi circa 1.6 milioni di kmq, circa il doppio dell’arena della Francia.
La maggior parte dei rifiuti che compongono la Pacific Trash Vortex è plastica, presente in circa 79 mila tonnellate, una cifra esorbitante che deve spaventare.
La plastica presente negli oceani è infatti la principale causa di morte degli abitanti marini, che se ne cibano morendo. I pesci che invece non ne muoiono, vengono di conseguenza mangiati da noi esseri umani, che inevitabilmente assumiamo le microplastiche presenti nei pesci.
Ogni anno finiscono in mare circa 8 milioni di tonnellate di plastica, ritrovata persino a 11 km di profondità nella nota Fossa delle Marianne, il punto più profondo del mare. Proprio per questo motivo è necessario agire prima che sia troppo tardi, cercando quanto meno di rallentare la crescita di questo mostro ambientale.
Nonostante anni e anni di sensibilizzazione ambientale e campagne governative contro l’inquinamento, il trend sembra non arrestarsi mai.
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L’inquinamento da plastica sta distruggendo il nostro pianeta, colpendo maggiormente mari ed oceani. Secondo i ricercatori del settore, entro il 2050 negli oceani sarà maggiore la presenza di plastica che quella di pesci.
L’Ocean Cleanup, un’organizzazione no profit olandese che si occupa di combattere l’inquinamento marino propone però qualcosa di davvero innovativo per arginare il problema plastica.
Il progetto in ballo di questa organizzazione no profit consisterebbe nella realizzazione di un sistema di barriere galleggianti capaci di ripulire circa la metà dell’isola di spazzatura presente nell’Oceano Pacifico.
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Il progetto sarà sviluppato nei prossimi 5 anni, ma il primo prototipo sarà valutato già questa estate a San Francicsco. L’unica pecca di questo prototipo è che il sistema di barriere galleggianti purtroppo non sarà in grado di prelevare plastica di dimensioni minori dei 10 mm.