L’aumento di produzione di una coltivazione considerata “green” in realtà sta distruggendo le foreste tropicali per il WWF.
Il WWF ha informato la popolazione mondiale sui rischi legati al consumo massiccio di un particolare legume. Infatti, le coltivazioni si spingono sempre più in là, erodendo lo spazio riservato alla foresta tropicale.
Secondo i dati resi noti dall’associazione ambientalista, ogni europeo usa 60 chili di questo cibo all’anno nella propria alimentazione, senza sapere dei gravi danni che causa all’ambiente, anzi. Molti sono portati a pensare che sia un legume green, perché permette di ridurre il consumo di carne. Purtroppo, non si tengono in considerazione nel pensiero comune due fattori: l’utilizzo per gli animali e i derivati di questo prodotto sul mercato.
A dare il via a una tragedia annunciata per l’ambiente – accanto ad altri fattori ben noti, come i cambiamenti climatici – c’è la coltivazione della soia. Com’è possibile? Il problema non è il legume in sé, ma il vasto utilizzo. Infatti, il consumo umano si è moltiplicato di 5 volte solo negli ultimi 40 anni. Oltre a questo, c’è da contare l’uso intensivo negli allevamenti per i pesci e per portare a tavola la carne di bovini, suini e altri animali. La coltivazione si è dovuta quindi espandere, ma non ha trovato spazi adeguati anche per le caratteristiche della soia.
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Infatti, la soia è la causa della deforestazione – anche se non l’unica – perché ha bisogno di una temperatura massima non superiore ai 30 gradi. In più, la Glicine Max – questo il nome scientifico – ha bisogno di acqua non solo nella fase di coltivazione, ma anche nella produzione di derivati, come il tofu e il latte. Per aumentare la resa, si utilizzano ale gocciolanti leggermente interrate per l’irrigazione a goccia e i metri quadri necessari non sono pochi. Infine, per la fase di inoculazione del seme si usa un batterio che fissa l’azoto.
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A correre maggiormente il rischio non sono solo le piante o l’ambiente. Infatti, i polmoni della Terra rappresentano ossigeno per tutti. In più, togliere spazio alla foresta significa eliminare l’habitat per la biodiversità animale e vegetale che ci vive.