Terreno agricolo non edificabile. Come si può reinventare l’edilizia senza nuocere all’ambiente? Vagliamo le possibilità d’investimento.
Il terreno agricolo non edificabile è una zona spesso deputata alla coltivazione o al pascolo, destinata quindi alla pastorizia e all’agricoltura, settori primari.
Ci sono tuttavia casi in cui un terreno è definito non edificabile poichè l’opera dell’uomo costituirebbe un danno per il paesaggio e l’ambiente circostante. Analizziamo le possibilità edilizie relative al contesto d’analisi.
Le ragioni normative per cui un terreno viene definito non edificabile sono numerose. Abbiamo annoverato fra queste la salvaguardia del patrimonio paesaggistico, la destinazione del suolo al settore primario, all’agricoltura e al pascolo. Queste tipologie di destinazione escludono soluzioni abitative, case e costruzioni in generale. Ci sono tuttavia delle eccezioni.
Cosa si può costruire su un terreno simile? Qualora avessimo in mente di affrontare un simile investimento sicuramente dovremmo partire da una domanda simile. Le limitazioni legislative servono spesso a contrastare la sperequanzione dei territori ma non sempre è così, anzi.
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Il fenomeno della gentrificazione di rado conosce regressione e soprattutto a causa dell’aggressiva urbanizzazione sono davvero poche le earee verdi, che non siamo parchi nazionali riconosciuti, a restare integre. Il Piano regolatore generale dei terreni comunali, sancito dal decreto interministeriale del 2 aprile del lontano ‘68, suddivide le zone territoriali omogenee secondo le lettere dell’afabeto dalla A alla F.
La lettera di nostro interesse è la E, che corrisonde ai territori destinati alla produzione agricola e alla coltivazione di prodotti alimentari. Stando alla normativa vigente, imprenditori agricoli e coltivatori diretti posono contruire su questi terreni.
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La costruzione potrà essere una casa ad uso residenziale oppure un deposito o un magazzino deputato all’agricoltura. Fra queste costruzioni rientrano Silos per la raccolta del grano ma anche semplici magazzini deputati allo stock delle materie prime. Queste possibilità sono garantite ai soli possessori di qualifica di imprenditore agricolo professionale o coltivatore diretto.