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Retrogusto “strano” nella carne. Ridurre i consumi non è mai stato così urgente

Se hai percepito il retrogusto strano della carne certamente non è un bene. Ecco perché ridurre i consumi non è mai stato così urgente. 

tagliere salumi – Pixabay

La carne è certamente un alimento a cui non riusciamo a rinunciare. Essa contiene numerose proprietà come le proteine animali che ben ci aiutano nello sviluppo dei muscoli e ci apportano i nutritivi di cui abbiamo bisogno; del resto se gli appassionati di fitness si cimentano nel consumo quotidiano di carne e pollo un motivo ci sarà.

Ma come ogni cosa, certamente il troppo è nocivo: è opportuno quindi procedere ad un consumo bilanciato senza eccedere anche perché sono stati condotti degli studi che hanno confermato un qualcosa di cui purtroppo si sospettava da tempo. Un dato che non è per nulla incoraggiante e che modificherà il tuo modo di concepire e consumare la carne.

Retrogusto strano carne, il motivo sconcertante che si cela dietro

prosciutto cotto a cubetti – Pixabay

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Già vi era il sospetto da tempo ma uno studio francese ha appurato la correlazione tra consumo di prosciutto e rischio di tumori. Basterebbero infatti due fette al giorno per avere maggiori probabilità di ammalarsi di cancro. Questo deriva dalla presenza di nitriti e nitrati al suo interno, additivi deputati a mantenere l’aspetto sempre gradevole del salume e combattere l’insorgenza di batteri – come il botulino –  ma dannosi per il nostro organismo. I nitriti e nitrati presenti nella carne sono quelli sia di sodio che di potassio. I ricercatori francesi hanno analizzato un campione di 3.311 casi di tumori diagnosticati: al seno ed alla prostata.

In particolare, se un uomo consuma due fette di prosciutto al giorno, ossia 0,25 mg di nitrito di sodio aumenta il rischio di cancro alla prostata per una misura pari al 58%.  Il rischio di cancro al seno aumenta invece del 25% per una donna che consuma quotidianamente 0,36 mg di nitrato di potassio. Nitriti e nitrati in combinazione con l’ambiente dello stomaco si trasformano in nitrosammine, ritenute cancerogene per l’uomo.

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Uno studio quindi che dimostra in maniera ancora più lampante la cancerogenicità della carne lavorata. Un intervento che fa riflettere gli onnivori e mette d’accordo i vegani e vegetariani che hanno ormai da tempo intrapreso uno stile di vita differente basato sul consumo di piatti vegetali, escludendo quelli a base di carne.

Maria Longo

Nata a Catania nel 1987. Conseguita la Laurea Magistrale in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Matrimonio omosessuale: un’analisi comparatistica”, intraprende il percorso forense tra divorzi, procedimenti in Corte D’Appello e Commissione Tributaria. Parallelamente muove i primi passi in ambito giornalistico collaborando con alcune testate locali e scrivendo articoli di diritto con analisi approfondita sulle pronunce più autorevoli della Corte di Cassazione. Appassionata di fotografia, non rinuncia mai alla sua reflex che viaggia con lei, alla ricerca di dettagli da immortalare. Lingue parlate inglese, francese e spagnolo.

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