Ambiente e tumori: le cause reali di neoplasie possono essere scongiurate con la prevenzione. Soltanto il 5% dei casi è ascrivibile a cause di matrice ambientale.
Ogni anni circa 377.000 italiani giungono a diagnosi spiacevoli. Le malattie neoplastiche sono estremamente diffuse e la percentuale è in crescita.
Anche se l’eziologia di questa malattia resta ancora sconosciuta, si è fatta chiarezza su possibili cause e prevenzione. Facciamo il punto della situazione cercando di ascrivere le cause ai giusti colpevoli.
Ambiente e tumori: il 40% dei casi è favorito dallo stile di vita poco salutare
Alla fonte della malattia più malaugurata della storia risiederebbero le abitudini proprie di ciuascun individuo nella gestione della propria esistenza. Che significa? Significa che le oltre 200 malattie neoplastiche esistenti sono diretta conseguenza diagnostica di stili di vita poco raccomandabili.
Ogni anno circa 377.000 italiani incorrono in diagnosi di questo tipo e il 40% dei casi risponde a cattive abitudini. Fra queste rientrano il fumo, la cattiva alimentazione, la sedentarietà e il sovrappeso. Il 12% è invece determinato da infezioni croniche come Hpv o epatite B e soltanto il 5% delle cause risponde a fattori di matrice ambientale.
Non è quindi l’ambiente il maggiore e solo incriminato nello scenario delle neoplasie. Stando alle percentuali il 40% dei tumori potrebbero essere prevenuti cambiando il proprio stile di vita. L’ambiente è quindi responsabile ma solo in parte. Nell’atmosfera sono presenti sostanze altamente inquinanti contenenti agenti cancerogeni provenienti da attività umane.
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Traffico e quindi smog, attività industriali e riscaldamento domestico immettono nell’aria sostanze cangerogene che a lungo andare possono in alcuni casi circoscritti determinare l’insorgenza della malattia. Ci sono tuttavia fattori ambientali naturali ugualmente responsabili.
In particolare fra le cause non direttamente ascrivibili all’uomo rientrano i raggi ultravioletti, responsabili del cancro della pelle, e le radiazioni ionizzanti. Per quanto riguarda l’Italia le cause ambientali determinano l’insorgenza del 5% dei casi sul totale ma in paesi dove i livelli di inquinamento sono maggiori, la percentuale sale al 10%.
Così riporta il Corriere della Sera citando le parole di Diego Serraino, direttore dell’Unità di Epidemiologia oncologica dell’Irccs di Aviano. Sono 18.000 le diagnosi italiane di malattie neoplastiche da additare all’inquinamento ambientale. Di queste diagnosi 5.000 rispondono a neoplasie polmonari.
All’ambiente sono necessarie delle concause importanti scatenanti le mutazioni genetiche delle cellule. Fra queste rientrano il fumo, lo smog e la predisposizione genetica a mal tollerare l’esposizione solare. Sono tuttavia molte le sostanze inquinanti ambientali coinvolte nell’inchiesta.
L’esposizione a queste sostanze è spesso passiva poichè già presenti nell’atmosfera. In particolare le polveri sottili giocano un ruolo importante. Lo smog ad esempio, è responsabile di tumori della vescica e dell’apparato respiratorio. Fra le sostanze tossiche protagoniste dell’inquinamento ambientale nocive per l’uomo troviamo l’asbesto, la formaldeide, i metalli pesanti (arsenico e cadmio) e le polveri del legno.
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Le infezioni virali rientrano nel secondo e più ampio bacino di cause di tumore. Il virus dell’Epatite B è responsabile del tumore al fegato, il Papillomavirus o Hpv genera quello della cervice uterina. Il batterio patogeno Helicobacter pylori è invece responsabile delle formazioni tumorali a carico dello stomaco. Ci sono altri numerosi virus capaci di generare formazioni neoplastiche.
Fra le abitudini di vita più incriminate rientra il fumo. I fumatori sono i più esposti al rischio di cancro. Sono circa 120.000 i tumori dovuti al fumo in Italia, tutti evitabili con la prevenzione e le sane abitudini. Ci sono poi malattie concomitanti che ne facilitano la comparsa come diabete, malattie infiammatorie croniche, immunodepressione o Aids.