I pannelli solari in autostrada sono un modo per dare una destinazione d’uso alle barriere acustiche e producono energia pulita.
I pannelli solari in autostrada, ovvero in campi incolti vicini o in zone limitrofe non sono una novità, soprattutto in Regioni come la Puglia e la Sicilia. Oggi, però, un’idea rivoluzionaria potrebbe far ripensare ai guard rail e ai divisori di corsia in ottica sostenibile.
Infatti, un caso studio svoltosi nel 2017 negli Stati Uniti ha evidenziato che – se fossero riconvertite in pannelli solari tutte le barriere acustiche – si otterrebbero circa 800 Gigawattora di energia rinnovabile fotovoltaica all’anno. Stando allo studio, la resa è altissima anche per le barriere che si trovano meno esposte al sole, tra il 70 e il 90% dei raggi sul pannello si trasformano in energia elettrica.
In realtà, gli esempi italiani già ci sono. Basti pensare al caso di Marano, nella zona del Trentino. In particolare, i pannelli solari in autostrada si trovano all’imbocco allo svincolo per La Spezia. In più, le barriere acustiche non hanno costi eccessivi sia a livello economico che in termini di tempo. I primi che otterrebbero benefici da questi impianti sarebbero i gestori autostradali. Infatti, uno dei problemi è quello di inserire ed alimentare le colonnine per le auto elettriche.
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Come funzionano questi impianti? Il sistema è molto semplice. I pannelli solari di oggi possono essere anche pieghevoli. Questi pannelli vengono installati sulle barriere acustiche. Il resto dell’impianto completo non è a vista dell’automobilista. Invece, tutti i pannelli sono collegati tra di loro grazie a un sistema sotterraneo. Questo tipo di impianto si collega poi agli inverter e alle batterie su larga scala. In questo modo l’energia viene convogliata per essere utilizzata.
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Ci sono diversi metodi per usare questa energia. Il primo è all’interno della rete stradale, per tutto quello che serve: illuminazione, colonnine, ecc. Il secondo è all’esterno, cioè vendendo l’energia in più prodotta alla rete nazionale.