In Iraq sta sparendo il lago Sawa. La situazione è allarmante e le responsabilità sono da ricondurre interamente alla catastrofe ambientale determinata dal cambiamento climatico.
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L’Iraq è uno stato dell’Asia Occidentale costituito per il 60% da territorio pianeggiante. Divide l’Eufrate e il Tigri, fiumi che scorrono attorno allo stato da nord a sud per poi riunirsi e sfociare assieme nel Golfo Persico.
La Repubblica parlamentare dell’Iraq ha una storia di rivendicazioni territoriali estremamente controversa che la rende tanto famosa quanto difficile da mettere a fuoco nell’articolazionie delle vicende politiche e amministrative. Un fatto è oggi però chiarissimo: il lago Sawa è sparito.
In Iraq sta succedendo qualcosa di estremamente spiacevole. Prosciugato lo specchio d’acqua vicino al fiume Eufrate
Il lago Sawa è uno specchio d’acqua situato a ovest della città di Al-Samawa, a 23 km dal centro cittadino per la precisione. Non molto distane dal fiume Eufrate, questo lago sembra ormai essere poco più che una leggenda, forse un miraggio. Dove infatti sorgeva un florido specchio d’acqua, oggi restano sassi e rifiuti.
Il lago sorge nel meridione dell’Iraq, nel governatorato di Muthanna ed è parte della geografia territoriale dello stato da millenni. È la prima volta dopo anni ed anni che gli abitanti del posto faticano a distinguere il letto del lago dal circostante panorama desertico. Come è facile intuire dove c’è acqua c’è vita e dove c’è vita c’è ricchezza di specie: biodiversità.
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Quello che sembra un sillogismo dai toni retorici ci porta ad afferrare la peggiore delle consapevolezze. Il lago Sawa è morto e con lui una risorsa vitale inestimabile per il territorio, gli abitanti e le specie animali. Le cause a monte di questa tragedia sono almeno due, egualmente riconducibili ad un solo colpevole: l’uomo.
Alla base dell’inaridimento progressivo del lago ci sono lo sfruttamento illimitato delle risorse idriche della zona per uso agricolo e il completo disinteresse nella regolamentazione delle attività da parte del governo iracheno. Il prosciugamento di questa naturale risorsa idrica comporta profondi disagi per la popolazione autoctona, già a corto di riserve d’acqua.
Proprio il Tigri e l’Eufrate, fiumi che circondano il lago, riuscivano ad alimentarne il bacino tramite un passaggio sotterraneo, ma questo non è più stato possibile. L’altra enorme causa responsabile della sparizione del lago è il cambiamento climatico, sembre riconducibile ad un solo colpevole.
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Le scarse precipitazioni hanno infatti ridotto la mole d’acqua sostenuta dai letti dei due fiumi. Insieme a questo la presenza di dighe situate in Iran e Turchia hanno contribuito al prosciugamento del lago. La sitauzione prevede l’intervento di più fattori negativi, se il lago fosse sopravvissuto avremmo probabilmente assistito ad un miracolo.
L’Iraq è una delle nazioni maggiormente esposte ai fenomeni anomali provocati dal cambiamento climatico. Siccità, innalzamento dei mari, tempeste di sabbia e aumento delle temperature sono le piaghe che stanno modificando profondamente la geografia del territorio. Il fattore che fa pendere l’ago della bilancia? Lo sfruttamento di risorse perpretrato dall’uomo.