Altro scempio per l’ambiente, in Italia viene alla luce la truffa della plastica, una presa in giro nei confronti di tutti i cittadini.
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Altro scempio per l’ambiente, in Italia viene alla luce la truffa della plastica, una presa in giro nei confronti di tutti i cittadini. La produzione di plastica è uno dei danni maggiori nei confronti dell’ambiente, la plastica è uno dei materiali più inquinanti in assoluto, ma non si riesce ad arginare. Materiale fondamentale per la quotidianità, andrebbe smaltito correttamente. Questa volta, però, lo scandalo riguarda la plastica compostabile.
In Italia, invece, la raccolta differenziata segue una strada tutta sua andando contro ogni regola. Gran parte della plastica compostabile presente sul nostro territorio, infatti, finisce negli inceneritori o nelle discariche a causa della carenza degli impianti. Uno scandalo che illude i consumatori di utilizzare materiale a impatto zero sull’ambiente e biodegradabile. Così non è.
Nei Paesi avanzanti, la plastica usa e getta si smaltisce nell’indifferenziata. Greenpeace Italia mette in evidenza l’ennesimo scandalo all’italiana, segnalando incongruenze e problematiche relative alla plastica compostabile. Un prodotto monouso diffusosi ultimamente che non trova spazi idonei o comunque sufficienti per essere smaltito. Una truffa per la collettività, come ammette Greenpeace nella sua campagna “Carrelli di Plastica”.
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La plastica compostabile dovrebbe essere una soluzione green rispetto alla plastica tradizionale, in realtà così non è. Mentre gli altri Stati membri della UE lo sanno bene, l’Italia resta isolata, adottando soluzioni alternative negative. Lo smaltimento di questo materiale rischia di provocare infrazioni ambientali, contaminando lo smaltimento organico. La plastica compostabile, infatti, finisce in impianti per il trattamento dell’organico.
Mancano gli impianti capaci di trattare questo tipo di materiale, eppure, il settore delle plastiche compostabili è aumentato a dismisura. Senza però prendere le dovute accortezze. Il risultato è che, nella raccolta del scarti di cucina, la presenza di plastiche compostabili è aumentata tantissimo. Il materiale, però, impiega più tempo per degradarsi rispetto all’umido, quindi resta a lungo negli impianti, per poi essere trasportato in discarica o nell’inceneritore.
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In Italia non sono state prese tutte le precauzione necessarie, e così capita che gran parte di plastica biodegradabile venga incenerita o messa in discarica. Gli impianti italiani, almeno una gran parte di questi, non sono pronti e sono strutturalmente insufficienti per degradare la plastica compostabile. Sono necessari investimenti urgenti per costruire impianti idonei, oppure l’utilizzo di alternative valide.