Buone notizie, pare. Finalmente l’Italia mette a segno un punto a favore della sostenibilità nell’ambito dello sviluppo economico. Facciamo il punto.
PER TUTTI GLI ALTRI AGGIORNAMENTI SEGUICI SU INSTAGRAM
L’Italia che tanto ci fa disperate per l’arretratezza dei provvedimenti sui temi della transizione ecologica e le antiquate politiche in tema di tutela dei diritti civili pare ottenere un primato.
Nei rispetti degli altri paesi europei, la nostra penisola arriva prima sul tema dell’economia circolare. Le stime sono state messe a punto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Analizziamo i dati.
Il prospetto pubblicato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ci mette in classifica con ben 79 punti collezionati. Dietro di noi si posizionano la Francia con 68 punti, la Germania e la Spagna con 69 e la Polonia con 54. Ma cosa significa detenere il primato dell’economia circolare europea?
Quello circolare è un sistema di produzione che contempla la possibilità del riuso, riutilizzo e riciclo delle risorse impiegate durante l’intero processo. Questo movimento descrive un sistema di consumo e produzione sostenibile poichè è pensato per il continuo rigenerarsi delle materie che impiega.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Plastica compostabile: fa davvero bene all’ambiente? Parlano gli esperti
Una specie di fonte rinnovabile non energetica ma economica. I materiali prodotti in termini di merce conoscono una decrescita positiva. Questo processo punta ad allungare il tempo di vita delle merci così da evitare l’inflazionato meccanismo dell’usa e getta e quindi diminuire l’impatto di produzione e consumi sull’ambiente.
Fare proprio un modello circolare di economia significa ridurre significativamente il quantitativo di rifiuti prodotti dall’uomo. I rifiuti prodotti annualmente dall’Europa sono ad oggi più di 2, 5 tonnellate. Non solo innovazione e crescita economica, ma anche sostenibilità ambietale, quindi.
Il nostro paese ci sorprende, il consumo interno di materiali effettuato annualmente risponde a meno della metà dei numeri fatti dalla Germania. L’Italia consuma infatti 490 mega tonnellate l’anno di materiali. Anche nell’ambito della produzione di rifiuti urbani, strano da digerire soprattutto per chi vive nella capitale, siamo pionieri.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: L’Olanda dice addio al gas. L’obiettivo da raggiungere per il 2026
Dal 2011 la produzione media di rifiuti per abitante a ferma a 499 kg. La media europea si attesta sui 502 kg pro capite. Anche il riciclo sembra un trend in espansione, il reporto afferma che il 68% dei rifiuti prodotti dalla nostra popolazione viene poi riciclato. La media dell’Unione si ferma al 57%.
Sul tema del riciclo e delle nuove leve da impiegare del settore arriva prima di noi la Polonia, prima nel settore della riparazione, del riciclo e del riutilizzo dei prodotti. Le medie lasciano ben sperare, l’auspicio è quello di riuscire a soppiantare in toto i meccanismi aggressivi promossi dalla produzione capitalistica con modelli economici sempre più sostenibili.