OGM: la decisione dell’Unione Europea fa discutere. FederBio e WWF indignate

OGM: l’Unione Europea approva un provvedimento anomalo. Verranno eliminate le segnalazioni di modificazioni genetiche sulle etichette alimentari.

OGM UE pomodoro
OGM (Foto di Arturs Budkevics da Pixabay)

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L’Unione Europe ha approvato un porvvedimento legge sulle segnalazioni relative agli organismi geneticamente modificati. In caso di OGM le etichette alimentari non sempre ci terranno correttmanete informati, pare.

La decisione lascia perplessi poichè le indicazioni verrano di fatto omesse in un caso specifico. Cerchiamo di orientarci nel tortuoso panorama delle politiche alimentari e della produzione alimentare in serie.

OGM, come scovarli? L’Ue preferisce l’informazione sommaria

OGM UE bandiera
Foto di Ralphs_Fotos da Pixabay

Gli OGM sono degli organismi geneticamente modificati tramite tecnologia del DNA ricombinante. Li riconosci al supermercato grazie alla segnalazione presente sulle etichette che consente al consumatore di scegliere consapevolmente. L’UE, dal canto suo, fa discutere.

Ha infatti proposto di abolire l’obbligo di autorizzazione e segnalazione per i nuovi OGM. La motivazione sarebbe riconducibile al fatto che i prodotti ottenuti con le nove tecniche genomiche sono diversi dagli altri. Le nuove tecnologie di editing alimentare alterare tratti delle colture senza però un effettivo inserimento di geni estranei.

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Le associazioni ambientaliste e agricole WWF e Federbio fanno leva sull’impatto degli OGM sulla biodiversità ambientale, sulla salute del singolo individuo e sull’economia del sistema agricolo tradizionale. Sono state già rilasciate delle petizioni europee contrarie al provvedimento richiedenti trasparenza nei confronti del consumatore.

Un metodo come quello adottato per gli OGM si classifica nuovamente fra le “manomissioni” dell’uomo a carico della natura. Queste operazioni sono agite per favorire una produzione innaturale di risorse a carico del territorio. Monocolture e allevamenti intensivi di bestiame sono la faccia della stessa medaglia: lo sfruttamento perpetrato dall’uomo su ambiente, risorse, animali e vegetali.

Le monocolture in particolare consistono di interi ettari di campi coltivati a specie univoca. Coltivare la stessa specie a distanza di pochi centrimenti fra un esemplare e l’altro e per un territorio così esteso comporta delle conseguenze. Gli esemplari entrano in competizione fra loro poichè necessitano dei medesimi nutrienti, ma non solo.

Per far fonte alla problematica l’uomo ricorre a pesticidi chimici, fertilizzanti sintetici ed OGM. Gli organismi geneticamente modificati in particolare sono quelli che soddisfano artificialmente le prestazioni innaturali richieste dal sistema produttivo industriale.

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In parole povere per far si che a dicembre il raccolto produca delle ciliegie rosse, succose e prestanti come a giugno si inculca nella piante un mix di geni capaci di modificare il DNA della specie o degli incentivi chimici che ne “migliorino” le prestazioni.

Se queste pratiche barbare non riescono ad essere ostacolate per via di un’insostenibile domanda di mercato, se proprio non si riesce a cambiare la rotta di un sistema di produzione aggressivo e insostenibile come quello tardo-capitalista, quantomeno lo si scriva sulle etichette. A caratteri cubitali.

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