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Stiamo vivendo l’apocalisse. Non ne parla nessuno, insetti e uccelli cadono a terra

In India e Pakistan sta succedendo qualcosa di spaventoso. L’apocalisse di biblica memoria non è più soltanto su carta.

Pianeta (Foto di Jeyaratnam Caniceus da Pixabay)

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Le temperature in Asia meridionale vanno ben oltre la soglia di vivibilità e nessuno ne parla. Questa estate è mortifira per India e Pakistan che stanno assistendo letteralmente a pioggie di insetti caduti dal cielo e uccelli riversi per le strade.

Da marzo imperversa un’ondata di calore che promette di essere più lo status quo per le prossime estati piuttosto che una semplice alterazione climatica. Capiamo cosa sta succedendo e quali sono le conseguenze.

India e Pakistan vivono l’apocalisse. Gli uccelli si schiantano al suolo, gli insetti muoiono

Animali, India (Foto di Simon da Pixabay)

Perchè la celebre pioggia di cavallette e rane abbia deciso di trovare realtà in Asia Meridionale è presto detto: in India e Pakistan il termometro segna i 50 C° e la causa e è il surriscaldamento globale. È da marzo che le temperature vanno via via crescendo sino a generare degli scenari apocalittici fra le strade delle città.

Le temperature raggiunte sono ai massimi storici, il che significa che nulla di simile si era mai regitrato prima d’ora a livello mondiale. Il pericolo è esteto agli abitanti e a chi lavora all’aperto nelle ore più calde, che ormai ricoprono l’intero arco della giornata. Gli abitanti sono stati cotretti a chiudersi dentro casa.

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La città di Jacobabad, in Pakistan, già nel 2021 si era guadagnata l’etichetta di “città invivibile” da Amnesty International: la temperatura segnata dal termometro quell’estate fu di 52 C°. Nelle aree nord occidentali dell’India si sono raggiunti i 47 C° e a Balochistan, Pakistan, le temperature si sono attestate sui 50 C°.

Il problema che si è fatto tremendamente reale in questi giorni di maggio è quello della mortalità legata a queste temperature insostenibili. Umair Aque ha scritto un articolo pubblicato per Eudaimonia and Co in cui riporta testimonianze raccapriccianti di abitanti increduli.

Per le strade dell’India ci sono animali riversi per le strade fra cui cani e gatti e, addirittura, mucche. Gli insetti e gli uccelli cadono al suono per l’eccessivo calore dell’aria, si parla di apocalisse reale. I dati fino ad ora registrati e raccolti dal British Medical Journal registrano 25 vittime in India e 65 in Pakistan ma il numero, da aggiornare, è destinato a salire.

Il responsabile è il cambiamento climatico corroborato dai soliti fattori antropogenici come gas serra, emissioni, sfruttamento territoriale, deforestazione e via dicendo. Il XXI secolo per questi paesi sarà il secolo del fuoco e delle fiamme, e purtroppo non in senso metaforico, ma non c’è da sentirsi al sicuro.

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Queste zone sono soltanto le prime nell’orizzonte degli eventi ad essere coinvolte dal cambiamento, fra non molti anni la situazione si epanderà al resto dei continenti. L’ultimo report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), indicava l’India come il paese più colpito dall’impatto della crisi climatica.

Le temperature estreme, la siccità prolungata e l’innalzamento dei mari degenerano nell’instabilità economica, alimentare e sanitaria del paese. Nature Climate Change metteva in guardia, un paiono di anni fa, sulla necessità di ridurre le emissioni di C02 nell’atmosfera. Lo studio dichiarava che entro il 2100 tre persone su quattro sarebbero state colpite da ondate di calore letali. La profezia si sta avverando.

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