Vuoi avere un orto rigoglioso e in salute, bene, esiste un’antica tecnica di coltivazione che ti darà tantissime soddisfazioni. Una rivoluzione nel proprio orto.
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Vuoi avere un orto rigoglioso e in salute, bene, esiste un’antica tecnica di coltivazione che ti darà tantissime soddisfazioni. Rivoluzione nel proprio orto, vediamo come sfruttare piccoli spazi e avere il massimo del raccolto. Una rivoluzione dell’orto grazie a una tecnica molto antica e, allo stesso tempo, talmente all’avanguardia da essere ideale per la coltivazione moderna. Si tratta di un metodo capace di coniugare grandi raccolti con piccoli spazi, facendo attenzione alla tutela ambientale.
Si chiama orto biointensivo, tutto naturale, non fa uso di prodotti chimici e rispetta la natura. È un metodo di coltivazione coraggioso, nato in Francia nella metà del 1800, poco prima dell’avvento della rivoluzione industriale. Per questo motivo, si tratta di una tecnica che deve far fronte a grosse produzioni, ma in spazi limitati. Innanzitutto, l’orto biointensivo fa della comprensione e dell’osservazione della natura il suo punto di forza, un lavoro che mette in relazione operato e natura stessa.
Spazi piccoli, grande raccolto: la tecnica per avere un orto rigoglioso
Qualche anno fa, grazie alla riscoperta della coltivazione naturale e alla diffusione di vecchi testi storici, questo tipo di tecnica è tornato alla luce. Dopo decenni di sfruttamento della natura e di utilizzo di pesticidi, di prodotti chimici e di azioni scellerate, si è tornati al passato. Non solo i piccoli orti domestici, ma anche orti aziendali che forniscono prodotti in tutto il mondo. Rispetto all’agricoltura intensiva, questa tecnica permette di produrre prodotti in abbondanza, fino a sette volte in più.
Il tutto, nel pieno rispetto della natura, che permette di mettere in pratica due principi fondamentali:
- nessun utilizzo di macchinari agricoli motorizzati
- niente utilizzo di prodotti chimici velenosi
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Quali sono gli elementi di riferimento e come applicarli? Per prima cosa, occorre sapere che un’agricoltura intensiva produce, negli anni, una desertificazione vegetale. Monocoltura, utilizzo di diserbanti, di pesticidi e di macchinari motorizzati, non fa bene alla natura. Si sfrutta il terreno al massimo, per breve tempo, prima di togliergli tutte le energie e farlo morire. L’orto biointensivo, invece, opera all’opposto. Grazie a questa tecnica, si lascia spazio alla natura stessa, perciò il terreno appare più incolto, invaso da verde.
Si tratta di numerose varietà di piante che convivono armoniosamente, costituendo un tappeto verde che protegge il terreno. È una autoprotezione e autofertilizzazione che applica la natura per difendersi. Ricoprendo interamente il suolo, la natura riesce a creare un suo microclima ideale. Si protegge dai raggi del sole e dal caldo estivo, innalzando l’umidità. Dunque attira lombrichi e altri animaletti utili alla biodiversità. La biodiversità stimola le consociazioni, ossia la convivenza di piante di diversa varietà.
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La varietà, infatti, sollecita il terreno e sviluppa microorganismi essenziali. Come si traduce tutto questo nel metodo di coltivazione? L’orto biontensivo prevede l’utilizzo solo di strumenti manuali per l’ossigenazione del terreno. Questo ci permette di lavorare tutta quella serie di microrganismi che si sono sviluppati negli anni. Si devono coltivare ortaggi diversi, consociati tra loro, e che ricoprono interamente il suolo, come fossero un tappeto. Il suolo, in questo caso, resta fertile e ricco, protetto dalla folta vegetazione. Il segreto di questa tecnica è la varietà, numerosi prodotti ravvicinati, che formano un tappeto verde.