In Nuova Zelanda il vulcano con diritti da cittadino è un vulcano sacro, quindi lo si tratta con molto rispetto. Cosa succede qui?
In Nuova Zelanda un vulcano ha gli stessi diritti di un cittadino. Com’è possibile? Parliamo del Monte Taranaki, un vulcano che viene considerato sacro dagli abitanti della zona. Infatti, ai piedi di questa montagna ci sono otto diverse comunità Maori, che hanno il compito di proteggerla.
Questo rapporto identitario con la natura ha fatto sì che le comunità – anche se non sono sempre d’accordo tra di loro – vedono nella protezione del vulcano un compito fondamentale, che va ben oltre le singole differenze. Da cosa dipende questo comportamento?
Le comunità Maori considerano il vulcano come un antenato, noto anche con il nome di whanau. Quindi, la montagna è per loro una sorta di anziano, a cui portare rispetto. Così, se qualcuno si azzarda a fare del male alla montagna, cioè a estrarre o a portare qui attività economiche che causano danni, se la deve vedere con le comunità tribali, perché il danno arriva a cascata a tutte le comunità. Per questo, un’area di 9 chilometri sottostante alla montagna è stata resa non accessibile e sotto protezione.
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Infatti, chi sorvola la zona in aereo se ne accorge subito. C’è una zona scura che rappresenta la foresta incontaminata e una zona più chiara dove ci sono i campi coltivati, che è subito dopo la zona protetta. Il vulcano ha un’altitudine di 2.518 metri, quindi è molto imponente e si vede anche a lunga distanza.
In Nuova Zelanda non c’è solo questo elemento naturale a essere considerato un vero e proprio cittadino. Infatti, anche il fiume Whanganui e l’area di boschi Te Urewera sono considerati abitanti della zona a tutti gli effetti.
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Secondo la mitologia Maori, infatti, questi elementi naturali sono vivi, quindi vanno rispettati come se fossero persone.