Inquinamento dell’aria: entro il 2050 sarà difficile vivere a Roma e Milano. I pronostici non lasciano in mano alcuna speranza. Cosa dovremo aspettarci?
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L’inquinamento è una di quelle piaghe che derivano direttamente dalla società di oggi. Tanto abbiamo fatto per ottenere dei risultati fallimentari e per nulla rassicuranti. Siamo entrati – paradossalmente – in un circolo vizioso: l’uomo crea per migliorare la qualità della vita ma queste stesse cose inquinano e quindi di fatto accorciano la vita dell’uomo. Dove sta il progresso? Siamo sicuri che potremmo definirlo tale oppure siamo nella fase di involuzione?
Al di là di ogni ragionamento probabilistico, quello che si verifica oggi è una situazione veramente incresciosa e se pensiamo che questo non ci dovrebbe interessare perché colpisce un angolo del mondo a noi lontano, commettiamo un ulteriore errore perché sono proprio due città italiane, Roma e Milano destinate a diventare invivibili. Cosa dovremo aspettarci? Le notizie non sono affatto buone.
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Notizie per nulla rassicuranti quelle provenienti da uno studio condotto sul rapporto inquinamento e qualità della vita, dati catastrofici che come anticipato ci riguardano in primo piano. Partendo dal presupposto che la Pianura Padana ad oggi è ritenuta tra le aree maggiormente inquinate di Europa, un primato di cui ne avremmo fatto assolutamente a meno, per via dell’elevata concentrazione di industrie che viziano l’aria che respiriamo con conseguenze dannose sulla nostra salute. Scopriamo nel dettaglio cosa succede.
I ricercatori dell’Enea hanno fatto un calcolo che tiene conto delle simulazioni climatiche e analizzandole con la qualità dell’aria regione per regione. Da qui sono emersi questi dati sconcertanti: a Roma i decessi annuali durante la bella stagione possono diventare 591. Un incremento cagionato dall’elevata presenza di ozono troposferico oltre il limite previsto e cagionando danno alla salute dell’uomo (si parla di 70μg/m3) un aumento pari al 8%.
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Per quanto riguarda Milano invece è nei mesi invernali che potrebbe aumentare il tasso di mortalità con 1.787 decessi su 1.977 per una misura pari al 90% a causa dell’elevata presenza di PM10 (oltre la soglia giornaliera pari a 50μg/m3 prevista dall’Unione Europea). Un incremento cagionato dalle maggiori emissioni da combustione.