A lanciare l’allarme è OCSE che sottolinea come entro il 2060 il Pianeta Terra rischia di essere sommersa da u mare di plastica.
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L’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo Economico (OCSE) ha affermato che il consumo di plastica si triplicherà entro il 2060, passando da 460 milioni di tonnellate ai 1.230 milioni di tonnellate. E proprio per questo l’OCSE ha chiesto al mondo intero di cambiare i ritmi di utilizzo di platica e riutilizzare oggetti di plastica e, quindi, non di buttarli con l’attuale ritmo odierno.
Ma oltre a valutare i danni sull’ambiente, l’Organizzazione ha anche stilato una serie di proposte affinché i governi arginino o eliminino la dispersione della plastica. Ma quali sono gli oggetti a base di questo materiale che maggiormente vengono usati e non riciclati?
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OCSE chiede a gran voce tasse sugli imballaggi plastica, così da disincentivarne l’utilizzo, e soprattutto di sostenere il riciclo, o la riparazione, degli oggetti evitando che si accumulino nelle discariche. Ma non solo perché è fondamentale che cambino i processi produttivi nella produzione di plastica. E non bisogna dimenticare come appena 13 Paesi incentivano il corretto smistamento dei rifiuti plastici. 25 Paesi invece hanno applicato politiche di incoraggiamento al riciclo. In altri 120 Paesi, tra cui anche l’Italia, vige il divieto di utilizzare prodotti plastici monouso. Non bisogna dimenticare che i Paesi in via di sviluppo non posseggono ancora tecnologie e finanziamenti adeguati per smaltire al meglio la plastica.
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L’OCSE già a febbraio aveva preannunciato quali oggetti plastici abbiano un maggior impatto sull’inquinamento. Più della metà dei rifiuti plastici sono causati da prodotti in plastica monouso o la cui vita sia inferiore ai 5 metri, che derivano da materiali di imballaggio, stoviglie. Imballaggi alimentari, bottiglie in PET e plastiche per imballare rappresentano il 40 % dei prodotti in plastica. L’11% riguardano i tessuti, mentre giocattoli, spugne e spazzolini sono il 12 %.
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La metà di questi prodotti viene stoccato nelle discariche. Un quarto invece viene disperso, in modo illegale e inquinante, nell’ambiente e negli oceani. A finire nei corretti inceneritori finisce appena il 20 % della plastica e solo il 9 % è riciclata.