Energia pulita, c’è un nuovo metodo che propone di cambiar totalmente le cose. Ecco come funziona e quale risorsa sfrutta
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Cambiare rotta e dirigersi verso un modello di sviluppo sostenibile è la strada che è stata intrapresa da alcuni anni dall’Unione Europea e che negli ultimi mesi, in seguito anche alle tensioni internazionali, ha subito una netta accelerata.
L’obiettivo è ridurre le emissioni di gas serra puntando sulle energie rinnovabili per essere finalmente indipendenti instaurando anche un’economia circolare. Il piano, insomma, è ben definito, resta solo attuarlo.
C’è bisogno di piccoli passi ma anche di atti concreti. I progetti in cantiere sono tanti ma dall’Oriente ne arriva uno che può rivoluzionare davvero le cose in fatto di energia pulita. Ecco tutti i dettagli.
Energia pulita dal mare, il progetto viene dall’Oriente
Generare energia pulita sfruttando la forza del mare e soprattutto le correnti che si generano nelle profondità marine. È questa l’idea che sta alla base del progetto giapponese che vede nei fondali marini, da circa tre anni, delle gigantesche turbine che generano energia.
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È controllato costantemente l’impianto, posto in una posizione sicura. La prima fase di test è già stata conclusa e superata. Ora il generatore sarà sottoposto alla seconda fase, molto delicata, del piazzamento stabile.
Il generatore è pesante (pesa 330 tonnellate) ma piccolo in quanto riesce a produrre un massimo di 100 kWh. Il prototipo che spiana una nuova strada, interessantissima, per la produzione di energia, ha la forma molto simile a quella di un aeroplano. Le due turbine di cui si compone girano in sensi opposti, una in senso orario e una antiorario.
Un progetto veramente di rilievo per la sfida green che il mondo sta affrontando ed un progetto del tutto nuovo che il Giappone ha messo in atto in quanto produrre energia pulita con le tecniche che ormai conosciamo come eolico e sole è difficile per quelle terre.
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Il sole è poco per la produzione di energia con i pannelli, come anche i campi disponibili sui quali installare le pale sono risicate e così si è deciso di sfruttare la forza delle correnti marine, mettendo da parte, una volta per tutte, il nucleare che soprattutto dopo Fukushima ha fatto capire quanto sia pericoloso.