Sale, arriva la TASSA: scopriamo quando entrerà in vigore. La notizia è SCONVOLGENTE

La British Heart Foundation parla di una nuova, inattesa, tassazione. Il sale sarà sottoposto a dazio indiretto ma non tutti i mali vengono per nuocere. Il punto.

Tassa sale patatine
Patatine fritte (Foto di Pexels da Pixabay)

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Il sale è innanzitutto un minerale. Col tempo è diventato l’elemento più utilizzato nelle nostre case, in particolatre in cucina. Utile per insaporire praticamente ogni pietanza, il sale è rinomato per le proprie capacità conservanti.

La proposta arriva dall’organizzazione britannica per la tutela e salute cardiaca e sarebbe quella di introdurre una tassazione sul sale. Facciamo chiarezza sulla situazione.

Sale: in arrivo la tassa sul più diffuso bene di consumo

Tassa sale bandiera
Badiera Regno Unito (Foto di RGY23 da Pixabay)

Il sale, non è una novità, è fra gli alimenti più consumati e presenti nelle nostre abitudini quotidiane. Utilizzato in particolar modo in cucina, serve per condire pietanze di ogni tipo, se ne aggiunge un pizzico persino nei dolci. Funzionale anche per la conservazione dei cibi, il sale sarà preso sottoposto ad una tassa.

Il Regno Unito già nel 2021 aveva inserito una tassa sullo zucchero per contrastare l’obesità dilagante. Presto potrebbe passare all’esecutivo una tassazione per il sale. L’obiettivo, ci racconta la BHF (British Heart Foundation) sarebbe quello di evitare che i prodotti in commercio presentino un eccessivo quantitativo di sale.

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La percentuale di sale utilizzata per i preparati di numerosi prodotti industriale è infatti diretta responsabile di ictus e infarti. Questa misura sensibilizzerebbe sul tema della salute legata alla corretta alimentazione. Un’alimentazione ricca di sale non aiuterebbe infatti il nostro organismo, in special modo quei soggetti prediposti a certe patologie.

Fra gli alimenti a più elevato contenuto salino in commercio la BHF annovera affettati, formaggi, cereali, patatine, stuzzichini e pane. L’85% del sale assunto dalla popolazione proviene da questi alimenti trattati, solo il 15% è assunto dall’acqua di cottura o dal condimento.

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In questo modo l’obiettivo auspicato è quello di indurre i produttori ad impiegare minori quantititativi di sale nelle merci prodotte. Minore sapidità non significa sempre minore vendita, minori rischi per la salute, sì.

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