Stop alle corride a Città del Messico. La sentenza storica tutela gli animali

Finalmente la sentenza definitiva e storica: stop alle corride a Città del Messico, chiude l’arena più grande del mondo, Plaza México.

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Toro in carica (Pixabay)

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Finalmente la sentenza definitiva e storica: stop alle corride a Città del Messico, chiude l’arena più grande del mondo, Plaza México. Considerata il simbolo della corrida in CentroAmerica, Plaza México si trova nella capitale, Città del Messico, e ogni anno offre spettacoli cruenti per migliaia di spettatori. Finalmente è arrivata la sentenza storica, il giudice Jonathan Bass ha deciso di vietare per sempre quesa barbara tradizione.

La sentenza arriva proprio al culmine della stagione delle corride, che solitamente inizia in estate e si protrae fino in autunno inoltrato. Bass aveva già preso la decisione lo scorso maggio, a seguito delle proteste di numerose associazioni animaliste. Ora la sentenza è definitiva, col beneplacito di tutti i residenti della zona, stufi del caos e dello spettacolo indegno.

Sentenza storica per la tutela degli animali, stop alle corride

vietata corrida Città del Messico
Scontro in arena tra toro e torero (Pixabay)

I residenti del quartiere dove si trova l’arena Plaza México hanno appoggiato la sentenza del giudice, stufi della baraonda portata lì dalla corrida. Inoltre, questi hanno protestato insieme a tutti gli animalisti per bloccare una tradizione violenta e barbara che non rispecchia lo stile di vita sano della zona. L’associazione Just Justice si è battuta fino alo stremo per portare a casa questa vittoria.

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La corrida è uno spettacolo incostituzionale, che lede la dignità degli animali e va contro le stesse leggi del rispetto alla vita di ogni essere vivente. Uno spettacolo inammissibile nel 2022, e viene chiamato in causa un diritto emanato nel 1995 secondo cui “la società collabora per l’integrità fisica ed emotiva di tutti gli animali, in quanto esseri viventi che costituiscono gli ecosistemi”.

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Ovviamente, i proprietari di Plaza México, insieme ai toreri che lì vi lavorano, e tutti gli appassionati, sono insorti in proteste. Fermare questa tradizione significa distruggere un ambiente e tutto ciò che vi circola attorno, perdendo milioni di euro di introiti, tra allevamento di tori e turismo. Chissà se la sentenza sarà rispettata, chissà se le persone capiranno che la corrida è uno spettacolo indecente e vergognoso, non adatto all’epoca moderna. Di certo, Bass ha dato un segnale forte, e sono sempre più le città che stanno abbandonando questa crudele tradizione.

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