Pubblicato su Nature Food, uno studio rivela l’impatto del trasporto di cibo sull’ambiente: inquina più il trasporto che la produzione.
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Pubblicato su Nature Food, uno studio rivela l’impatto del trasporto di cibo sull’ambiente: inquina più il trasporto che la produzione. Il trasporto degli alimenti, come è facilmente prevedibile, incide parecchio sull’inquinamento ambientale, con la globalizzazione poi, il tutto è schizzato alle stelle, tanto da superare l’inquinamento dovuto dallo produzione del cibo stesso.
Per poter mangiare cibi provenienti da altri Paesi e fuori stagione, diamo una spinta enorme all’inquinamento. Ad esempio, il trasporto di frutta e verdura contribuisce a una forte percentuale delle emissioni di gas serra, praticamente il doppio rispetto a quelle che vengono rilasciate per produrle. Un aspetto negativo che alcuni ricercatori hanno messo in evidenza in questo studio.
Dovremmo consumare alimenti a km 0, facendo qualche piccola rinuncia per aiutare l’ambiente. Nel calcolo delle emissioni, i ricercatori hanno sommato la produzione di cibo, i fertilizzanti usati, i macchinari, i mangimi, il trasporto e il consumo di benzina. Questo calcolo generale viene definito food miles, cioè la distanza compiuta per trasportare un alimento. In un anno soltanto, il trasporto alimentare è responsabile di più di 3 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2.
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Bisognerebbe fare piccole rinunce a comprare merci locali, se possibile. Anche in questo caso, il nostro stile di vita incide parecchio sul mercato, perciò dovremmo cambiare abitudini e acquistare prodotti del posto. Ma anche qui sorge il problema, perché i prodotti locali sono sempre meno presenti, scansati dalla grande distribuzione. Quindi ci ritroviamo cibi provenienti da fuori, venduti a prezzi maggiorati e, nella maggior parte dei casi, di scarsa qualità.
Una presa in giro bella e buona e una situazione ormai fuori controllo. Un piano diabolico che ha creato un danno enorme per tutti quanti. Certo, non è così semplice, in ballo ci sono miliardi di euro e di scambi commerciali. L’Italia è tra i Paesi leader per esportazioni di prodotti. Il Made in Italy è sinonimo di qualità, richiesto in tutto il mondo, e se all’estero smettessero di comprare prodotti italiani le nostre aziende perderebbero gran parte del fatturato.
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Ma sono le scelte dei consumatori che muovono il tutto. Noi possiamo limitarci ad acquistare prodotti italiani e a mangiare in modo sano e sostenibile, a cominciare da una drastica riduzione del consumo di carne. La produzione della carne comporta il maggiore inquinamento a livello alimentare, con quantità enormi di emissioni di CO2 e un consumo idrico assurdo. Senza contare il trasporto di animali vivi, altro tassello che incide parecchio sull’impatto ambientale.