De Cecco processata per frode. Il grano non proviene da dove dicono

La De Cecco si trova a processo per frode. Qual è il motivo? Al centro del contendere ci sarebbe il grano, materia prima di diversi prodotti dell’azienda.

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(congerdesign – Pixabay)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La nota azienda produttrice di pasta De Cecco deve rispondere in tribunale all’accusa di frode in commercio. Come mai e cosa è successo? Secondo la procura di Chieti, l’azienda avrebbe usato per la produzione grano francese – inserendolo nelle confezioni come pugliese – e avrebbe anche comprato ingenti quantità di semola da terzi, anche se non la comunicherebbe proprio in questi termini. Le indagini sono partite a febbraio 2022 e la stessa procura aveva chiesto l’archiviazione del caso. Il giudice per le indagini preliminari, invece, avrebbe scelto di procedere, citando in giudizio tre manager: lo stesso presidente Filippo Antonio De Cecco, Mario Aruffo e Vincenzo Villani.

De Cecco, le accuse per frode e cosa è successo davvero: i dettagli e il processo

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In particolare, stando alle accuse, l’azienda avrebbe indicato come grano pugliese 4.575 tonnellate di prodotto. A quanto si apprende, però, questo grano sarebbe stato comprato dalla De Cecco e il fornitore sarebbe stata l’azienda francese Cavac. Su questo punto ci sarebbe anche un contratto che gli italiani avrebbero firmato con i francesi nel 2019.

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Questa fornitura sarebbe arrivata nel porto di Ortona nel 2020. Questi dati arriverebbero da un’indagine svolta dai NAS e scattata a seguito di una denuncia da parte di una persona che oggi si trova come parte offesa nel procedimento in tribunale e che era un ex dirigente della stessa De Cecco. L’azienda si è difesa dichiarando che non sempre il grano italiano è anche quello di qualità superiore. Quindi, per garantire la qualità dei suoi prodotti, l’azienda utilizza grani italiani ed esteri.

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Per avere la certezza sulla provenienza del grano quando si acquista la pasta, è importante dare un’occhiata alla confezione, sul retro. Se c’è scritto Paesi UE e non UE, vuol dire che il grano può arrivare anche da migliaia di chilometri di distanza. Se il grano è solo italiano, invece, c’è scritto proprio ITALIA nella provenienza anche sul retro.

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