La De Cecco si trova a processo per frode. Qual è il motivo? Al centro del contendere ci sarebbe il grano, materia prima di diversi prodotti dell’azienda.
La nota azienda produttrice di pasta De Cecco deve rispondere in tribunale all’accusa di frode in commercio. Come mai e cosa è successo? Secondo la procura di Chieti, l’azienda avrebbe usato per la produzione grano francese – inserendolo nelle confezioni come pugliese – e avrebbe anche comprato ingenti quantità di semola da terzi, anche se non la comunicherebbe proprio in questi termini. Le indagini sono partite a febbraio 2022 e la stessa procura aveva chiesto l’archiviazione del caso. Il giudice per le indagini preliminari, invece, avrebbe scelto di procedere, citando in giudizio tre manager: lo stesso presidente Filippo Antonio De Cecco, Mario Aruffo e Vincenzo Villani.
De Cecco, le accuse per frode e cosa è successo davvero: i dettagli e il processo
In particolare, stando alle accuse, l’azienda avrebbe indicato come grano pugliese 4.575 tonnellate di prodotto. A quanto si apprende, però, questo grano sarebbe stato comprato dalla De Cecco e il fornitore sarebbe stata l’azienda francese Cavac. Su questo punto ci sarebbe anche un contratto che gli italiani avrebbero firmato con i francesi nel 2019.
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Questa fornitura sarebbe arrivata nel porto di Ortona nel 2020. Questi dati arriverebbero da un’indagine svolta dai NAS e scattata a seguito di una denuncia da parte di una persona che oggi si trova come parte offesa nel procedimento in tribunale e che era un ex dirigente della stessa De Cecco. L’azienda si è difesa dichiarando che non sempre il grano italiano è anche quello di qualità superiore. Quindi, per garantire la qualità dei suoi prodotti, l’azienda utilizza grani italiani ed esteri.
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Per avere la certezza sulla provenienza del grano quando si acquista la pasta, è importante dare un’occhiata alla confezione, sul retro. Se c’è scritto Paesi UE e non UE, vuol dire che il grano può arrivare anche da migliaia di chilometri di distanza. Se il grano è solo italiano, invece, c’è scritto proprio ITALIA nella provenienza anche sul retro.