Lacrime di sirena: le avrai viste di sicuro anche tu. Sono microgranuli di plastica derivanti dalla raffinazione degli idrocarburi come il petrolio.
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Le spiagge ne sono piene, sicuramente le avrai incontrate senza trovare una risposta efficace alla loro comparsa. Hanno l’aspetto di piccole palline di polistirolo e sono spesso adagiate sulla riva del mare.
Il nome coniato da Green Peace è “lacrime di sirena”, e a ragione, questi pallini sono dei microgranuli di plastica frutto della raffinazione del petrolio.
Sono di una dimesione di una lenticchia e portano il nome di granuli di plastica, o di sirena. Questi piccoli pallini derivano dalla raffinazione dei più comuni idrocarburi come petrolio e gas fossili. Sono il frutto del lavoro degli impianti petrolchimici e costituiscono il materiale di partenza da cui si ricavano i più comuni oggetti di plastica.
Rappresentano il tipo di microplastica più comune. In tutto Europa ogni anno vengono disperse in mare 167.000 tonnellate di microplastiche. L’Italia non è dunque esente dal fenomeno. L’impianto petrolchimico di Brindisi rientra fra i responsabili.
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L’inquinamento dei mari è uno dei problemi più urgenti da dover fronteggiare. I danni arrecati alla biodiversità marina sono incalcolabili. Prodotti di plastica di ogni tipo, cannucce, buste, microplastiche, sono stati ritrovati nell’intestino di diverse specie animali.
Questi agenti inquinanti vengono dispersi in mare dalle navi in viaggio oppure durante le operazioni di carico e scarico nei porti. Basta un foro nel sacco che li contiene e il disastro è annunciato. La loro forma leggera e sottile fa sì che il vento li trasporti nelle spiagge di tutto il mondo.
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Nel 2012, a Hong Kong, 150 tonnellate di lacrime di sirena vennero dispersi in mare per la perdita di 6 container. Rappresentò un disastro ambientale notevole entità. L’inquinamento da lacrime di sirena è una contaminazione da azzerare e contenere.
I pesci scambiano queste microplastiche per piccole uova o prede da mangiare, sono difficili da raccogliere e rappresentano uno dei primi agenti inquinanti delle spiagge. Ciascuna azienda ha il dovere di reimpostare i principi etici alla base del proprio operato e indirizzarli alla sostenibilità ambientale.