Il negazionismo è un fenomeno che induce a dubitare delle potenzialità della mente umana. Come può l’attività cerebrale condurre a simili risultati?
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Il negazionismo è un fenomeno o, esageriamo, una corrente di pensiero che partendo da fatti documentati ne deduce la falsità o la mistificazione. Facciamo un esempio. La Pandemia di Sars-CoV2 iniziata nel 2019 sarebbe un montaggio ad hoc pianificato dai poteri forti e le élite massoniche a capo della società.
Anche le terapie intensive completamente occupate e i camion militari carichi di salme ripresi a Bergamo sarebbero parte della scenografia. Bene. Il bersaglio di questi intellettuali è divenuto ora quello della siccità. Il Po non è in secca, qualcuno deve avere tolto il tappo dal letto del fiume.
Siccità: c’è chi vive in “The Truman Show”
L’invito è sempre il solito: diffidare delle competenze degli esperti. Diffidare del parere di metereologi, geologi e istituzioni in generale. Il problema va negato, e alla radice, i fiumi italiani sarebbero pieni di acqua e quello della siccità un problema inventato.
Come se non bastasse, oltre che emettere suoni disarcolati con la bocca e darne seguito sul web, i negazionisti si aggregano corroborando le più semplici assunzioni della psicologia dei gruppi. Una volta riuniti si sono dati un nome, stavolta è “No Sic“. Sic non è un latinismo, è l’abbreviazione per “siccità“.
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Mentre il Nord Italia cerca di salvare il salvabile attuando misure emergenziali da post-apocalisse, l’invito proveniente dai punk dello status-quo è quello ad aprire i rubinetti. Sui social, arena prediletta, l’hasthtag dilagante è #rubinettiaperti. I sindaci di Milano, Verona e Pisa, hanno limitato l’utilizzo dell’acqua: folli.
Grandi conoscitori dell’algoritmo non si limitano ad utilizzare degli hashtag. Hanno imparato ad utilizzare il Caps Lock per conferire ai loro post la solennità che gli spetta. Questi primati pubblicano foto, in questi giorni, di rubinetti aperti e soffioni della doccia in funzione, straordinario.
Ma perchè il Governo dovrebbe darsi tanto da fare a costruire una realtà parallela fatta di fenomeni naturali anomali che solo il capitalismo avrebbe potuto originare? Per degli evidenti poteri teurgici, per un conflitto uomo-natura finalmente vinto dal primo che decide così di darsi la zappa sui piedi portando il termometro del pianeta a 50°C.
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La crisi climatica è un’altra illusione che sono riusciti a dissipare. Il recente report “Deny, Deceive, Delay: Documenting and Responding to Climate Disinformation at COP26 and Beyond” parla del fenomeno della disinformazione nei termini di una forma di comunicazione sempre più indipendente e complessa.
Pubblicato dall’Institute for Strategic Dialogue and the Climate Action Against Disinformation (ISD), riporta testimonianze di pochi esperti aderenti alle fila del negazionismo. In un periodo storico in cui la consapevolezza diventa lo strumento necessario per rimediare ai danni fatti, c’è chi si oppone per irrisolti conflitti adolescenziali.