Il prezzo del grano, alimento base degli italiani, è arrivato alle stelle. Non solo per colpa della guerra, ma anche della siccità
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I prezzi degli alimenti a base di grano hanno avuto un terribile aumento nelle ultime settimane: 6,6 %. Oltre alla guerra tra Russia e Ucraina, a incidere sui prezzi di molti prodotti ci si è messa anche la siccità. Una catastrofe naturale dovuto all’assenza della pioggia che hanno contribuito ad avere laghi e fiumi ai minimi storici. Eventi nefasti che hanno portato, non solo ad allarmare sull’alimentazione degli animali, ma anche ad avere raccolti decimanti.
Grano, il perché dell’aumento dei costi del 6,6%
Nonostante la spinta della ripresa del dialogo tra gli Stati Uniti d’America e la Cina, pronta ad acquistare grano straniero, in un solo giorno il prezzo del grano, a livello mondiale, è aumentato del 6,6 %. A lanciare l’allarme è stata l’analisi della Coldiretti a seguito della chiusura settimanale del Chicago Board of Trade. Ovvero il punto di riferimento internazionale del mercato dei cereali.
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Dall’analisi della Coldiretti si evince infatti che il prezzo del grano è salito a 8.91 dollari a bushel (unità di misura capacità per aridi e liquidi usata nel Regno Unito e per soli aridi negli USA e in Canada, corrispondente a circa 35,239 litri), mentre il mais è arrivato a 6,23 dollari a bushel. Prezzi in aumento dopo un periodo di ribassi.
L’assenza di precipitazioni potrebbero anche dimezzare i raccolti nazionali di foraggio e mais, destinati ad alimentare gli animali, sono carenti nel Bel Paese. Secondo l’allarme della Coldiretti gli effetti di questa crisi, peggiorati all’assenza di precipitazioni, non lasciano ben sperare. Ma soprattutto le previsioni metereologiche annunciano, da metà luglio, una nuova e incredibile ondata di caldo su tutta la nazione con punte di 40 gradi. Temperature che potrebbero arrivare anche a 40 °C, anche in Val Padana, dove si concentra un terzo di tutta la produzione agricola italiana e circa la metà degli allevamenti dai quale si ricavano formaggi e salumi.
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Già ora l’Italia è costretta a comprare e importare la metà del mais per l’alimentazione degli animali dall’estero, in una finestra condizionata da forti tensioni internazionali. Secondo la Coldiretti, poi, la situazione sta avendo un fortissimo impatto devastante su tutte le produzioni nazionali. Questi, secondo le previsioni, avranno un caro del 30 % per i raccolti di riso, del 20 % del grano e del 15 % della produzione di latte. Senza dimenticare che nelle zone più colpite la frutta, nei campi e sugli alberi, sta bruciando causando perdite fino al 15 %. Al tempo stesso, poi, nel Delta del Po si stanno allargando le zone di cosiddetta “acquamorta” con perdite del 20 % di cozze e vongole. In Sardegna, invece, gli assalti di insetti e cavallette, hanno già devastato 40 mila ettari di campi.