Il Tevere prosciugato ha rivelato un antico reperto: il ponte Neroniano, un vero e proprio tesoro dell’archeologia. Cosa è successo.
Il Tevere secco per via della siccità ha rivelato un patrimonio dell’archeologia: il ponte Neroniano. Infatti, il fiume è sceso molto sotto la media, quasi di metro e mezzo. La situazione è talmente grave nel Lazio che la Regione ha richiesto al Governo gli strumenti dello stato di calamità naturale. Questa richiesta, se accettata, prevede fondi, ma anche strumenti come autobotti e non solo. Il Tevere ha così rivelato i resti di un antico ponte, che apparterrebbe all’epoca imperiale, in particolare quella di Nerone.
L’altra faccia del Tevere: la siccità svela il ponte Neroniano. Come funziona e cosa succede?
Il Tevere ha mostrato le rovine del Ponte Neroniano, conosciuto anche come Trionfale. Infatti, questo ponte collegava Roma all’antica cittadina a Veio. Il ponte viene definito neroniano perché pare che lo stesso Nerone lo chiese per migliorare la circolazione del traffico in quella che era già metropoli.
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C’è, però, chi attribuisce questo ponte a Caligola, uno dei predecessori di Nerone. Infatti, Caligola avrebbe voluto una via di accesso più breve al circo – che allora era lo spettacolo con i gladiatori. Il ponte non è stato utilizzato dopo l’arrivo delle mura di Marco Aurelio. C’erano ancora dei resti nell’Ottocento, ma sono stati eliminati per fare spazio a costruzioni più moderne. In più, un Tevere più navigabile era allora considerato un vantaggio importante.
Non è la prima volta che la siccità mette in evidenza delle meraviglie della Storia passata. È successo anche in Iraq, ma le rovine in questo caso erano ancora più antiche rispetto al Ponte Neroniano. In questo caso, si parla di circa 3.400 anni fa.
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Invece, il ponte romano dovrebbe risalire al primo secolo dopo Cristo più o meno. Un minimo vantaggio nella siccità c’è, ma è una piccolissima soddisfazione. La siccità, infatti, è un problema molto serio, non solo per le coltivazione. L’assenza di acqua comporta è un problema serio per la vita umana, per l’agricoltura, per l’ambiente e per gli animali. Non dimentichiamolo mai.