Il collegamento non è immediato, eppure ciò che porti sulla tua tavola lascia un’impronta sull’ambiente. Vediamo quali sono i parametri da considerare.
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Il fatto che cause e conseguenze non siano direttamente correlabili è forse il punto di forza dell’impatto della filiera alimentare su clima e ambiente. Ciò che mangiamo è responsabile della crisi climatica tanto quanto lo sono le emissioni di gas fossili o i rifiuti in plastica lasciati sulle spiagge.
La ragione è nel sistema di produzione che porta alla luce un dato prodotto alimentare, nei metodi di coltivazione dello stesso bene, nel consumo d’acqua richiesto per la sua nascita e molto altro. Vediamo nel dettaglio.
Sistema alimentare e impronta ambientale: facciamo chiarezza
Per definire “sostenibile” il processo alla base di una specifica filiera alimentare, è necessario considerare numerosi parametri che sfuggono alla diretta osservazione. Guardando infatti il piatto di pasta al pomodoro sulla propria tavola il primo pensiero non è di certo “sarà sostenibile”?
Dalla produzione al trasporto, dalla distribuzione al consumo, i parametri da soddisfare per raggiungere il sacro graal della sostenibilità sono innumerevoli. Facciamo un esempio, perchè si raccomanda sempre di consumare prodotti a km zero?
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Al di là della coltura biologica che si presume non si serva di pesticidi o fertilizzanti chimico-sintetici, l’aspetto positivo riguarda proprio la totale assenza di immissioni di gas nocivi nell’atmosfera, tipici dei grandi processi industriali. Il sistema alimentare ha un enorme impatto sul nostro pianeta: il futuro dipende anche da ciò che mangiamo.
Ogni alimento nel suo ciclo di vita ha un impatto ambientale, economico e sociale. La missione comune dovrebbe essere quella di ridurre il peso di simile impatto. Per ridurre l’impatto ambientale di un alimento è necessario tenere sotto controllo la carbon footprint, ovvero la quantità di gas serra prodotta dal cibo durante tutto il suo ciclo di vita.
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C’è poi da verificare la quantità di acqua consumata per coltivare e produrre un alimento, la water footprint. In ultimo, ma non per importanza, c’è l’uso della terra e la biodiversità, cioè l’influenza sulle diverse forme di vita presenti nell’ambiente dove l’alimento viene prodotto o coltivato.
Per ridurre l’impatto sociale ed economico di un alimento è necessario prestare attenzione anche alle condizioni di lavoro di agricoltori e allevatori. L’attenzione in questi tempi andrebbe spostata sul meccanismo di produzione della “filiera corta” che consente un maggiore benessere per gli animali e un’alimentazione più sana per noi.
Come possiamo iniziare a fare la differenza? Partendo dalle scelte giuste nelle abitudini quotidiane. Riduci gli sprechi e compra solo ciò che è davvero necessario. Ridimensiona drasticamente il consumo di carne bovina e latticini (per la loro produzione carbon e water footprint sono alle stelle).
Evita i prodotti che arrivano da lontano e prediligi frutta e verdura di stagione, la tratta percorsa da camion, aerei o carri merci per il trasporto produce gas serra. Scegli prodotti con confezioni biodegradabili o sottili, evita gli imballaggi dobbi, tripli e di plastica.