L’incremento delle nascite comporta inquinamento e problema di spazi, non se ne parla molto, purtroppo, eppure la densità demografica è un problema enorme che soffoca il pianeta.
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Si parla pochissimo si sovrappopolazione, tema delicato, ma la densità demografica è un problema enorme per il pianeta, l’incremento delle nascite comporta inquinamento e problema di spazi. Quindi, la questione è: avere figli fa bene all’ambiente? Assurdo pensare a quanto non se ne parli, eppure la notizia, fresca fresca, è che l’umanità ha toccato gli 8 miliardi di abitanti.
Dal 1803, anno in cui è stato raggiunto il primo miliardo di persone, c’è stato un incremento spaventoso e velocissimo, per molteplici fattori. Uno su tutti, le migliori condizioni igieniche, i progressi medico-scientifici che hanno debellato malattie, migliorato le cure e allungato la vita media. Ma è anche un problema di riproduzione indiscriminata, anche in assenza di benessere. Tutto ciò, che impatto ha sull’ambiente?
L’impatto sull’ambiente causato dalla densità demografica è sotto gli occhi di tutti. Le risorse primarie quasi terminate, cibo che non basta per sfamare tutti, deforestazione, allevamenti e coltivazioni intensivi, inquinamento che ha superato ogni limite. Dunque, ha senso crescere demograficamente? Si direbbe di no, il mondo sta esplodendo, e noi con esso. Basti pensare che per raggiungere i due miliardi di abitanti abbiamo impiegato 124 anni.
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Mentre per passare da 8 miliardi a 9, secondo le stime, ci vorranno meno di 20 anni. C’è qualcosa che non va. Non ci sono abbastanza risorse per tutti, ma il problema è ancora più ampio, ne va della sopravvivenza degli ecosistemi, ci stiamo espandendo troppo, distruggendo tutto, soffocando il pianeta e tutti gli esser viventi che, oltre a noi, lo abitano. Più la popolazione aumenta e più la domanda iniziale diventa cruciale?
Ha senso ancora fare figli? La nostra è una crescita sostenibile? Secondo gli scienziati, no. I proclami dei politici sono fasulli, politici e religiosi che esortano a fare figli non si rendono conto che stanno proclamando una distruzione di massa. Questa crescita dovrebbe essere rallentata, basti pensare che, come riferisce uno studio del 2017, avere un figlio in meno, in un Paese sviluppato, riduce di quasi 60 tonnellate di CO2 l’impatto ambientale.
Tuttavia, bisogna chiarire che a crescere di popolazione sono soprattutto i Paesi meno sviluppati. Avendo meno risorse, questi impattano meno sull’ambiente. Un aumento di 2 miliardi di persone povere non stravolgerebbero le emissioni globali, mentre sono soprattutto i Paesi più ricchi a stravolgere l’ambiente, perché consumano di più. Se da una parte la popolazione sta aumentando, dall’altra parte si nota un rallentamento.
Secondo gli scienziati, a un certo punto la crescita demografica si arresterà, si stima attorno ai 10 miliardi di individui. A quel punto, il tutto si dovrebbe riequilibrare, ma occorrerà cambiare stile di vita. Non sappiamo cosa accadrà dopo il 2100, probabilmente la popolazione inizierà a diminuire. Già oggi il tasso di aumento è in discesa, si fanno sempre meno figli, anche tra i poveri.
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Ciò non può che essere un bene, ma il punto cruciale riguarda i prossimi decenni. Il pianeta sta vivendo profonde trasformazioni, occorre trovare un certo equilibrio e una crescita sostenibile. Il fine è quello di migliorare la qualità di vita di tutti i popoli. Nel frattempo, dovremmo tutti rivedere il nostro stile di vita, evitare sprechi, vivere in modo sostenibile, fare piccole rinunce.