Incendio catastrofico a Roma. Nella celebre Via Palmiro Togliatti le fiamme hanno reso necessaria l’evacuazione di intere palazzine.
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L’incendio sviluppatosi a Roma, nei pressi del parco di Centocelle, resta un mistero. A prendere fuoco e causare i danni maggiori in termini di inquinamento dell’aria sono le aree di autodemolizione delle auto situati lungo Via Palmiro Togliatti.
Le fiamme potrebbero essere state appiccate intenzionalmente per disfarsi di rifiuti di rottamazione come pneumatici e simili. Il vento non ha reso possibile contenere l’incendio. Facciamo il punto della situazione.
L’Agenzia regionale per la protezione ambientale ha diffuso dati incoraggianti, e per fortuna. I livelli di diossina dal 9 di luglio, giorno in cui l’incendio è divampato, sembrano decisamente diminuiti. La coltre fitta di fumo nero che ha interessato la zona ha reso necessaria l’evacuazione di intere palazzine. L’invito è stato a chiudersi in casa per le zone limitrofe.
L’Arpa ha monitorato i livelli di diossina presenti nell’aria al giorno del 9 luglio confrontandoli con quelli delle giornate appena successive. Nella rete territoriale di Cinecittà i livelli di diossina (PM10) ammontavano il giorno dell’incendio a 26 µg/m3 ed a 29 µg/m3.
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I valori registrati erano i più alti in città e sono rimasti stabili anche per tutto l’arco della giornata del 10 luglio. I livelli si sono normalizzati l’11 di luglio con una percentuale di diossima pari a 17 µg/m3. Le stime sono in linea con quelle generali della città. A preoccupare è che siano normali tali concentrazioni di gas nocivi per l’ambiente e per noi stessi.
Il direttore generale di Arpa Lazio, Marco Lupo, dichiara la situazione in netto miglioramento. Il Comune di Roma dovrebbe decidere a chi affidare l’area verde situata dietro le autodemolizioni per evitare che versi nell’incuria e nell’abbandono.
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Esiste un comitato di cittadini, il comitato PAC libero, che chiede da anni alle Istituzioni di tutelare i 120 ettari che compongono il vasto parco archeologico di Centocelle. Questa zona è infatti ben lontana dall’essere valorizzata con grande disappunto per i quartieri Don Bosco, Lamaro, Cinecittà, Alessandrino, Pigneto e Centocelle.
I cittadini chiedono al Comune di effettuare analisi sull’aria e le falde di suolo e sottosuolo dell’area, di difendere l’integrità del parco spostando urgentemente gli autodemolitori. Non è infatti il primo rogo sviluppatosi in concomitanza di quelle aree.
Fra le richieste c’è quella della bonifica generale dell’area verde per salvaguardare il patrimonio archeologico che ospita. Il parco è inoltre chiuso, l’accesso libero ai municipi V, VI e VII renderebbe la città un posto più vivibile a fronte dell’elevato tasso di agenti inquinanti nell’aria.
I cittadini in zona Appio-tuscolano tengono particolarmente alla manutenzione e tutela delle aree verdi di zona. Per il parco degli acquedotti romani hanno formato un comitato “i volontari del parco“. Questo si occupa della pulizia e cura del parco. L’attenzione andrebbe portata su queste realtà e su un’idea di edilizia che non sia mera gentrificazione.