Pellet, come scegliere il migliore e fare scorta per l’inverno

In molte case sono sempre più presente le stufe a pellet. Ecco come riconoscere i migliori in commercio e fare scorta per l’inverno

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Pellet (Foto di Ernesto Rodriguez da Pixabay)

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Sempre più case, soprattutto quelle in campagna, hanno delle stufe a pellet. Ovvero una soluzione ecologica per scaldare gli ambienti e che, soprattutto, salvaguarda anche i portafogli. Eppure non bisogna sottovalutare i rischi nascosti legati al pellet. Il motivo? Queste biomasse non sono tutte uguali.

Senza dimenticare, poi, che la combustione domestica di biomassa potrebbe causare le PM10. E proprio per questo motivo è fondamentale che il pellet sia sicuro per l’ambiente. Per questo motivo è importante controllare le caratteristiche che lo rendono sicuro sia per l’ambiente e la salute di tutti.

Pellet, come riconoscere i migliori

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Una stufa piena di pellet (Foto di sam8927 da Pixabay)

Prima di capire come riconoscere un pellet di buona qualità, è importante capire che cos’è. Questa biomassa è un combustibile dal legno vergine, derivanti anche dagli scarti di lavorazione. A stabilirlo è la norma UNI CEN/TS 14588. Questa stabilisce che il biocombustibile addensato abbia – di norma – una forma cilindrica e la lunghezza varia tra i 5 mm e 30 mm le cui estremità siano rotte. Inoltre questo prodotto deve essere prodotto da biomassa polverizzata che può contenere o meno additivi di pressatura.

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La norma UNI EN ISO 17225 invece stabilisce le specifiche e la classificazione per i vari usi. Ad esempio il pellet di legno può essere ottenuto da alberi di bosco, piantati o di legno vergine. Sono altresì ammessi i prodotti e residui dell’industria di lavorazione del legno e anche il legno di recupero. In quest’ultima categoria non rientrano il legno che deriva dalle demolizioni di edifici o impianti di ingegneria civile.

L’Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL) ricorda, in ottica del piano nazionale per la riduzione del 70 % in 10 le emissioni di PM10 dalla combustione domestica di biomassa sottolinea il combustibile debba rispettare le regole soprelencate. In questo modo le caldaie alimentate da queste produrranno meno polveri sottili.

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Il pellet migliore è quello certificato ENplus®. Ovvero quei pellet che rispetto un processo di qualificazione e standardizzazione del biocombustibile commercializzato in Italia e in tutta Europa. La stessa AIEL, dal 2005, ha lanciato sul mercato un sistema di certificazione denominato “Pellet Gold“, ritenuto lo schema di certificazione del pellet numero uno al mondo. Il prodotto poi garantisce in modo trasparente e indipendente la sua qualità contrastando le frodi lungo tutta la filiera.

La filiera produttiva infatti è molto lunga e affinché siano presenti le caratteristiche necessarie che garantiscono la qualità e il rispetto dell’ambiente. E proprio perciò è fondamentale un controllo su tutta la catena: dalle prime fasi di produzione fino alla consegna. L’Italia è, al momento, il secondo Paese al mondo per aziende certificate, dietro solo alla Germania.

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