La metamorfosi è un nuovo metodo per l’allevamento del baco da seta. Come funziona e come si ottiene ora questo straordinario tessuto.
La metamorfosi per la seta è una novità nella produzione di questo tessuto luminoso e liscio, molto utilizzato nella moda. In più, la seta si usa da tempi antichissimi. La novità riguarda proprio il baco da cui si ottiene questo materiale, dal nome scientifico di Bombyx mori. Il nuovo metodo avrà un primo impianto dimostrativo a Messina, con un laboratorio e un allevamento intensivo. Si pensa che questa novità possa avere anche un ottimo impatto economico in Sicilia e nel Sud Italia in genere, ma come funziona e di cosa si tratta?
Il progetto si chiamerà appunto Metamorfosi e ha come obiettivo usare il baco non solo in ambito tessile, ma anche nella biomedicina. Il progetto prevede la realizzazione di un supporto biocompatibile e poroso dove il gelso e le cellule dei bachi da seta possono proliferare liberamente in un ambiente adatto. In più, man mano che la produzione aumenta, il supporto stesso si degrada, non lasciando residui nell’ambiente.
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Oltre a produrre il tessuto vero e proprio, la nuova metamorfosi della seta permetterà di creare applicazioni biomediche che saranno utili anche per combattere alcune malattie. In più, anche questi nuovi supporti – realizzati con la stampa 3D – saranno validi per aiutare chi soffre di patologie ossee. Infine, non mancano le applicazione nel settore della cosmetica e della bellezza in genere. I sottoprodotti di questa lavorazione, infatti, si possono usare per medicine o creme antirughe.
Per poter raggiungere questo risultato, le aziende italiane che hanno sostenuto il progetto dall’inizio effettueranno ulteriori ricerche sul gelso e sul baco da seta. Gli obiettivi sono tre: produrre di più, con una qualità maggiore e con un minor impatto ambientale rispetto a oggi.
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Infatti, a oggi si tende a eliminare l’insetto per poter sfruttare l’involucro esterno che, adeguatamente trattato, diventa filo di seta. Invece, la nuova ricerca partirebbe direttamente dalle cellule, quindi non verrebbero sacrificati questi animali per la produzione. In più, questa potrà essere valida anche se le condizioni atmosferiche cambieranno ancora di più per via dei cambiamenti climatici.