Prima di consumare frutta secca, tante persone hanno l’abitudine di immergerla in acqua, come mai? Scopriamo il curioso motivo.
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La frutta secca è sinonimo di salute, molteplici studi mettono in evidenzia il notevole apporto benefico che noci, pistacchi, mandorle, anacardi, nocciole e tanti altri frutti danno al nostro organismo. La frutta secca, così come i semi, sono ricchi di vitamine, di fibre e di minerali, e offrono nutrienti davvero vitali per il nostro fisico. Consumarli regolarmente è sicuramente una buona abitudine.
Inserire frutta secca e semini nel proprio regime alimentare comporta tanti benefici, anche se bisogna evitare di mangiarne in quantità eccessive. Minerali, antiossidanti e grassi sani sono essenziali per il corpo, tuttavia, anche questo prezioso cibo, consumato in grosse quantità, può dare dei piccoli problemi. Proprio per evitare i piccoli fastidi, tante persone immergono la frutta secca in acqua.
Immergere la frutta secca in acqua, una buona abitudine prima di consumarla
Se tante persone, prima di consumarla, immergono la frutta secca in acqua un motivo c’è, e non è nemmeno troppo banale. Anzi, questa pratica è un’ottima abitudine ed è sempre consigliata. Bagnando la frutta si prevengono alcuni disturbi, effetti negativi dati dall’eccessivo consumo. Immergere la frutta secca in una bacinella è una pratica definita hacking. Tale pratica si può effettuare in due modi diversi.
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Il primo modo consiste di immergere a frutta in un contenitore con acqua e sale, lasciando a riposo per una giornata intera. Trascorsa la giornata, bisogna prelevare la frutta secca dal contenitore, asciugarla e riporla su carta da forno. Dopodiché, deve essere messa in forno, a bassa temperatura, per qualche minuto, e non appena diventa croccante si può tirare fuori e consumare.
Altro metodo, invece, consiste nell’immergere la frutta secca (anche con tutto il guscio) in padella e far bollire l’acqua per una decina di minuti. Come mai immergere frutta e semi in acqua? Perché sono alimenti ricoperti da uno strato di elementi, definiti “inibitori enzimatici”. Questi hanno la funzione di conservare il seme, proteggendo la germinazione.
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Questi elementi, nel nostro corpo, però, fanno interferenza e impediscono l’assorbimento completo di proteine e di minerali, rendendo più difficoltosa la digestione. In acqua, eliminiamo queste sostanze, quindi facilitando il consumo, l’assorbimento dei nutrienti e anche la fase digestiva. Ogni varietà ha le sue tempistiche di ammollo, ad esempio le mandorle si tengono circa 12 ore, i semi di zucca 6 ore, le noci invece 8 ore.