Pomodori, tutto quello che devi sapere prima di mangiarli

Il pomodoro, sebbene di origine sudamericana, è diventato un simbolo della cucina italiana. Ma prima di mangiarli è bene sapere alcune cose

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Pomodori (Foto di LoggaWiggler da Pixabay)

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I pomodori sono prodotti ricchi di nutrimenti e, in più fanno bene all’organismo. Come tutti sanno sono ricchi di vitamina C, elemento fondamentale per la produzione di collagene, pe combattere l’invecchiamento delle cellule e per proteggere i possibili danni del sole. La presenza di sostanze antiossidanti, come il licopene, protegge contro i tumori e il morbo di Parkison. E, infine, il potassio che i pomodori contengono sono un grandissimo aiuto contro l’ipertensione e riduce la pressione arteriosa.

Se queste conoscenze sono note a tutti, ci sono altre nozioni e curiosità su questo ottimo prodotto che in molti non conoscono. Ecco quali sono.

Pomodoro, tutto quello che non sai (e che dovresti sapere)

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Pomodori (Foto di Steve Buissinne da Pixabay)

Ad esempio in pochi sono conoscenza che il pomodoro arrivò in Italia solamente nella seconda metà del 1500. Questo arrivò nella Penisola a spicchi e con un colore molto diverso da quello attuale: oro. Da qui il nome pomo d’oro, ovvero il frutto dorato. Il primo a parlare di questo frutto fu il medico senese Pietro Andrea Mattioli che lo menzionò in un trattato scientifico.

Il pomodoro nel XVI secolo si mangiava crudo. Per l’impiego in cucina sono dovuti passare più di un secolo, quando fu descritto, nel 1694, nel libro di Antonio Latini “Lo scalco alla moderna, overo l’arte di ben disporre i conviti, con le regole più scelte di scalcheria”. Nel testo si parlava di “Salsa di Pomadoro, alla Spagnuola” e la ricetta prevedeva la cottura del pomodoro, in padella sulla brace, insieme a timo e cipolla.

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Poco dopo questa pubblicazione, a cavallo del ‘700, i pomodori furono vietati dalle cucine. Colpa di una leggenda che lo descriveva come velenoso: infatti questi erano ritenuto della morte di alcuni aristocratici che erano morti dopo averli mangiati. La realtà è però ben diversa: infatti questi utilizzavano dei piatti di peltro, ricchi di piombo che insieme all’acidità dei pomodori causava avvelenamento. Per farlo tornare nelle cucine bisogna aspettare il 1889 quando Raffaele Esposito inventò la pizza.

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La scienza, poi, sostiene che i pomodori migliori sono quelli cucinati. Il motivo? Cucinandoli per 15 minuti si rompe la parete cellulare del pomodoro che rilascia il licopene. Al tempo stesso, quello crudo, con la sua acidità, può far male a chi soffre di gastrite, reflusso gastrico o malattie al colon. Ma quello che più sorprende è il metodo di conservazione ideale: mai in frigorifero. Le temperature superiori ai 12 °C gli bloccano la maturazione, impedendoli di fargli avere il sapore ideale. Prima del consumo, poi, è fondamentale lavarli benissimo perché secondo i dati dell’Unione Europea, questi sono tra le verdure vengono il maggior numero di pesticidi. L’assenza del lavaggio, o una passaggio sotto l’acqua grossolano, aumenta il rischio di intossicazione.

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