Far bollire l’acqua richiede tempo e inutili dispendi energetici che gravano poi sul portafogli. Con questo metodo bollirà in pochissimi minuti. Lo dice la scienza.
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Un team di ricercatori sta lavorando ad un materiale innovativo che promette di far bollire l’acqua in pochissimo tempo. La scoperta proviene dal Massachusetts Institute of Technology, sede di Boston.
La soluzione è finalizzata alla riduzione dei consumi e del dispendio energetico, quindi, a un utilizzo più consapevole delle risorse nel rispetto dell’ambiente. Vediamo di che si tratta nel dettaglio.
A Boston un team di scienziati ha trovato la soluzione alle tempistiche di ebollizione dell’acqua. La soluzione consentirebbe di consumare molta meno energia, soprattutto per gli impianti industriali per cui questo passaggio si rivela fondamentale.
Il risultato della ricerca è stato pubblicato su Advanced Materials e coinvolge due parametri fondamentali del processo di ebollizione, il coefficiente di scambio termico (HTC), e il flusso di calore critico (CHF). Solitamente il miglioramento di uno dei due parametri determina il peggioramento dell’altro.
Il coordinatore dello studio, Youngsup Song, spiega che molte bolle sono sinonimo di una efficace e rapida ebollizione, allo stesso tempo però questo determina la formazione di una pellicola di vapore sulla superficie. Il vapore interferisce con il passaggio di calore fra la superficie e l’acqua: si abbassa l’efficienza del trasferimento di calore, e quindi anche il calore critico.
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La soluzione proposta va ad agire sul problema direttamente alla radice: separe le bolle che sono causa della pellicola di vapore. Per mantenere le bolle separate i ricercatori hanno lavorato direttamente sulla superficie dell’acqua a livello micro e nano-scopico.
Creando una serie di microcavità distanti 2 millimetri l’una dall’altra si impedisce alle bolle di fondersi aumentando così il parametro CHF. Allo stesso tempo partendo da un paramentro CHF ottimale si è cercato di aumentare anche quello dell’HTC ricorrendo a delle nanostrutture avvolgenti le bolle, in grado di favorire l’ebollizione dell’acqua.
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Con questa soluzione si raggiunge l’ebollizione massima dell’acqua in un tempo davvero ridotto ai minimi termini. Il modello è al momento solo teorico e applicabile all’ambito laboratoriale. Il team ha l’obiettivo di estenderlo a situazioni reali per poter ridurre il consumo energetico degli impianti industriali.