Il “Cervo Volante”, o coleottero è un insetto degradatore temuto dai più, ma del tutto innocuo, il nostro compito è aiutarlo a sopravvivere
Il Coleottero, chiamato anche “Cervo Volante“, è un insetto appartenente alla Famiglia dei Lucanidi. Lo possiamo incontrare, in particolare, nei boschi dell’ Italia Settentrionale, a volte anche nei nostri giardini. Ha dimensioni ridotte, che vanno dai 25 agli 86 centimetri. Quelle che sembrano corna, da qui il nome “cervo volante”, sono in realtà le sue mandibole, che lo aiutano a sminizzare piccoli rametti secchi o altri vegetali di cui si nutre. Inoltre, nel maschio, dove le mandibole sono più sviluppate rispetto alla femmina, servono anche per il combattimento.
E’ un insetto innocuo per l’uomo, può intimorire per la sua forma, per la corazza, a volte argentata e per le mandibole che sembrano corna velenose, ma in realtà è solo l’impressione. Nell’antichità il coleottero, in particolare per gli antichi romani, era un insetto portafortuna. Utilizzavano le sue “corna” come degli amuleti che appendevano al collo dei bambini. Con il tempo furono sostituite da corna in corallo, da qui il gesto scaramantico di “fare le corna”. Per alcuni popoli del Nord Europa, il coleottero aveva un significato nefasto, si pensava che le sue mandibole servissero per trasportare braci incandescenti per appiccare il fuoco nei boschi. Oggi, in particolare in Giappone, è considerato un animale “totemico” per la sua corazza e rappresenta un simbolo di protezione della casa.
E’ dotato di 2 paia di ali, quelle più esterne, robuste e senza nerbatura, e quelle più delicate che si nascondono sotto queste. E’ un insetto robusto, per cui può volare coprendo piccoli tragitti. Ha un suo rumore caratteristico che possiamo sentire durante i tramonti primaverili: è il momento della giornata in cui si mostra al mondo.
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Il “Cervo Volante“, vive in trochi ormai privi di vita e, come abbiamo già detto, sminuzza con le sue mandibole piccoli rametti secchi, ma il suo cibo preferito è la linfa degli alberi zuccherini, così come la frutta molto matura. E’ definito un ” degradatore “, proprio perchè trasforma il legno secco in nutrienti per altri animali del bosco. La sua attività aiuta a tenere puliti i boschi e a mantenere l’equilibrio della biodiversità. Negli ultimi tempi, la sua vita è a rischio di estinzione, a causa della gestione forestale che prevede l’abbattimento dei tronchi ormai secchi.
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La natura è un essere vivente che conosce meglio di noi umani quali sono i propri equilibri e come mantenerli: a volte dovremmo fare un passo indietro e fermarci a guardare la perfezione che la contraddistingue.