Una grotta nel punto più lontano del “tacco” d’Italia, in un mare cristallino, Zinzulusa tra leggenda e realtà
Si sa, l’Italia è ricca di luoghi naturali fantastici da visitare, ne siamo consapevoli e ce lo dimostrano i milioni di turisti che arrivano da noi ogni anno. Uno dei luoghi più suggestivi, ricco di fascino e mistero è la grotta “Zinzulusa“. Si affaccia sul Mar Ionio, lungo il litorale tra Castro Marina e Santa Cesarea Terme, ad Otranto in provincia di Lecce. Ha una formazione interna molto particolare con stalattiti e stalagmiti alle pareti e dei piccoli laghetti di acqua cristallina al suo interno.
E’ divisa in tre zone: la Conca, una caverna con base ellittica che si apre su un corridoio chiamato Corridoio delle Meraviglie; si arriva alla seconda zona dove c’è un piccolo laghetto, Trabocchetto, che porta ad una cripta chiamata Duomo per le numerose colonne naturali che si trovano al suo interno. Infine la terza zona, il Cocito, un piccolo bacino chiuso ricco di biodiversità. Oltre ad ospitare “creazioni” calcaree così particolari, le acque sono popolate da diverse specie marine, e in Dicembre viene allestito un presepe molto bello che richiama visitatori da ogni dove.
Tra acque cristalline si trova una grotta calcarea naturale citata per la prima volta in uno scritto del Vescovo del posto, Antonio Francesco del Duca, nel 1793, in cui fa una dettagliata descrizione. Soltanto 150 anni dopo ritornerà ad essere riscoperta e studiata, per essere poi aperta al pubblico nel 1957. L’origine del suo nome risale al racconto di una leggenda che ancora oggi viene narrata.
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Si dice che lì vivesse un nobile, il Barone di Castro, un uomo molto ricco e malvagio. Lasciò morire sua moglie di crepacuore e non si curò della loro unica figlia, tanto che vestiva con abiti così trasandati da sembrare degli stracci. Un giorno arrivò in suo soccorso una fata gentile, che la vestì con l’abito più bello che avesse mai visto. La fata gettò gli stracci che indossava la giovane e che volarono andando a coprire le pareti della grotta e lì si pietrificarono. Da qui nacque il nome della grotta: Zinzulusa, in dialetto stracci. Anche il Barone finì scagliato nella grotta, nelle profondità delle acque generando il laghetto Cocito. La leggenda narra anche che i crostacei che videro la scena rimasero pitrificati per lo spavento. La figlia del Barone conobbe un Principe di cui si innamorò, si sposarono e vissero felici e contenti (Fonte Puglia Blog).
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Le leggende aiutavano un tempo a comprendere ciò che non aveva una spiegazione logica. Oggi è più logico pensare che il nome della grotta derivi proprio dalla particolarità delle stalattiti e delle stalagmiti che si trovano al suo interno, ma la magia che avvolge questo luogo rimane intatta nel tempo.