Originario del Sud-Est asiatico, il jackfruit è una pianta dall’aspetto strano, ricco di curiosità: si può coltivare anche in Italia?
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Gli appassionati di cucina orientale, molto probabilmente, lo conoscono già. Tuttavia, il jackfruit, almeno in Italia, non è particolarmente diffuso, e nemmeno conosciuto. Si tratta di una pianta dall’aspetto strano, che produce frutti gialli/verde dalla buccia spinosa. In Asia, questo frutto è utilizzato tantissimo in cucina, sia consumato fresco che cotto. Spesso, lo si usa anche come surrogato della carne nelle ricette vegetariane.
I frutti del jackfruit sono chiamati Jaca e sono considerai i più grandi al mondo a crescere sui rami di un albero. I frutti più grandi, però, dato il peso, si sviluppano sui rami inferiori, a ridosso del terreno e del tronco stesso. In alcuni casi, questi frutti raggiungono anche svariati kg peso (anche 20 0 30 kg). Il peso medio è di una decina di kg, per una lunghezza di circa 40/50 cm.
I frutti giganti hanno una buccia ruvida, mentre all’interno sono divisi in spicchi, ognuno dei quali contenente un seme di 3 cm. La polpa, a differenza di tutti gli altri frutti più famosi, non è cremosa e non si succhia. Anzi, ha una consistenza densa e dal sapore dolce. Per questo motivo, essendo densa, è utilizzata come surrogato della carne. Questa curiosa pianta è parente stretta del fico e del gelso.
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In Italia, molte persone la chiamano Giaco, ma il nome scientifico è Artocarpus heterophyllus. Questa pianta cresce in Tailandia, Malesia, Indonesia, Filippine, India, Cina, Vietnam e ovviamente in Bangladesh, dove è considerato un frutto sacro e portafortuna. Raggiunge un’altezza di una decina di metri e, mano a mano che si innalza, diventa sempre più stretta e produce frutti sempre più piccoli.
La corteccia del tronco è liscia e cosparsa di muffe non patogene. Si tratta di una specie monoica e auto-fertile, dalle foglie largissime e i fiori spessi e corti. La sua fioritura, nelle condizioni climatiche giuste, è continua per tutto l’anno. Tuttavia, produce maggiori frutti tra l’estate e l’autunno. I frutti maturano in 4/6 mesi. Il suo apparato radicale, per poter sorreggere non solo il tronco, ma anche questi pesantissimi frutti, è davvero imponente e profondo.
In Italia si può coltivare, ma è più difficile, dato clima diverso da quello tropicale. Soltanto in alcune zone del sud Italia si riesce a coltivare in modo sano. Questa pianta necessita di tanto sole, caldo, umidità e piogge abbondanti. Qui, solo in serra si può mantenere un clima simile. Se la pianta entra a contatto con il gelo, infatti, è destinata a morire nel breve termine.
Vive in modo sano solo sopra i 20°, inoltre, i suoi frutti raggiungono la maturità in troppi mesi, e quindi hanno bisogno di una temperatura stabile, cosa impossibile in Europa. Tuttavia, in alcune zone del sud, come Sicilia o Calabria, è possibile coltivare con successo il jackfruit, riuscendo a farlo fruttificare tra maggio e settembre, anche se i frutti non riescono, dato il breve periodo estivo, a raggiungere la piena maturità.
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Il terreno idoneo deve essere fertile e drenante, il pH neutro, mentre le irrigazioni devono essere abbondanti. La potatura non è essenziale, tuttavia, la pianta reagisce bene alle potature dei rami inferiori, che sono quelli più robusti e che donano i frutti più grandi. La riproduzione avviene tramite semina fresca, con germinazione di un mese e mezzo.