L’acqua potabile dai rifiuti può esserci con Eco, una nuova invenzione scientifica. Come funziona e in cosa consiste.
Creare acqua potabile dai rifiuti si può. Si deve vedere di quale rifiuto si tratta. In Uganda il giovane Timothy Kayondo ha creato un sistema molto semplice che permette di recuperare acqua dagli scarti alimentari, in particolare dalle bucce di patate. Come funziona? Prima di tutto, è importante sapere che per ottenere quest’acqua non serve energia esterna. Infatti, per far funzionare la macchina per rendere l’acqua potabile, serve solo un pannello solare – già installato sulla macchina – e della polvere che serve per la depurazione. Come funziona questa macchina e qual è il suo costo?
Acqua potabile dai rifiuti, come funziona il tutto? Sveliamo il mistero
Per ottenere acqua potabile dai rifiuti, si inseriscono nella macchina gli scarti alimentari. Poi, si inserisce questa polvere e si attiva il processo di depurazione, che viene potenziato anche dall’energia che si ottiene dal pannello solare.
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Il costo di questo macchinario è di circa 36mila euro e si chiama Eco. Il sistema si trova già installato in diverse strutture pubbliche in Uganda e funziona benissimo. Infatti, il giovane ugandese che lo ha creato ha ricevuto due premi importantissimi. Uno è l’Africa Prize e l’altro è il Royal Academy of Engineering. Questo secondo premio è in denaro e ha permesso di ottenere circa 15mila sterline. Il giovane ha già deciso che continuerà la sua opera per migliorare il macchinario e ottenere più acqua potabile possibile.
Infatti, in Uganda è molto difficile avere accesso all’acqua potabile. Oltre a questo, le persone sono costrette a bere acqua contaminata e questo causa una serie di malattie, che sarebbero evitabili se si risolvesse il problema. Per poter risolvere, i cittadini del Paese spesso mettono a bollire l’acqua, ma questo non sempre basta.
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Invece, il macchinario del giovane ugandese riesce a depurare l’acqua e di renderla potabile al 100%. Infatti, la polvere che viene usata si basa sui carboni attivi, già noti per le loro proprietà depurative per l’acqua.