Tromba d’aria: di cosa si tratta, come si forma e come si propaga

Sono sempre più diffuse in Italia le trombe d’aria. Ecco un vademecum su come si formano e, soprattutto, come si propagano

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Una tromba d’aria(Foto di pixel1 da Pixabay)

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Oltre alla pioggia e alla neve esiste un altro fenomeno meteorologico molto diffuso anche in Italia. Si tratta delle trombe d’aria. Queste non sono altro che vortici d’aria, dalla larghezza di qualche centinaio di metri, e procedono in linea retta per qualche decina di chilometri distruggendo tutto quello che incontra sul suo cammino.

Trombe d’aria, tutto quello che c’è da sapere

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Una tromba d’aria vista dallo spazio (Foto di WikiImages da Pixabay)

Come detto le trombe d’aria sono diffuse anche in Italia. L’aria calda dei venti di bassa quota (fino a 1.000 metri), ovvero quelli caldi e umidi che provengono dal sud tendono a salire, mentre l’aria fredda, generata dai venti freddi e secchi (fino a 5.000 metri) scende. L’unione di questi due crea, di conseguenza, un cilindro d’aria che cammina e corre parallelo al suolo. Le correnti calde spingono verso l’alto un’estremità del cilindro che, nel momento in cui si solleva, continua a ruotare l’asse perpendicolare al suolo.

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Il tornado dunque si forma quando l’aria calda, in salita, si scontra con quella fredda e asciutta che punta verso il basso. Il flusso d’aria calda si espande formando una nube temporalesca. I venti laterali, poi, permettono il moto rotatorio dell’aria calda in risalita, rinforzando il tornado stesso. L’aria, durante questa rotazione, può arrivare fino a toccare la velocità di 500 km/h. Ma non solo perché questa esercita sugli oggetti una pressione fino a una tonnellata per metro quadrato.

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Senza ombra di dubbio, questi grandissimi vortici sono tra i fenomeni più impressionanti da osservare. Secondo il docente di Fisica dell’Atmosfera presso l’Università Bicocca di Milano Andrea Giuliacci la formazione di questi è molto complessa, visto che ancora oggi i meccanismi coinvolti non sono ancora chiari. Le uniche certezze riguardano la presenza in contemporanea dell’aria umida e calda e di quella fredda. “In queste condizioni, – continua Giuliacci – le masse d’aria in risalita possono avvitarsi in un moto rotatorio che dà origine al vortice del tornado“. Spesso però, nonostante le condizioni di partenza siano del tutto simili, le trombe d’aria non si formano. Questo vuol dire che servono piccolissime variazioni per far abortire la nascita del potenziale vortice d’aria.

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