Arcipelago delle Azzorre, una nave americana in esplorazione ha rintracciato un fenomeno anomalo. Gli studiosi non sanno cosa rispondere.
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Siamo nel nord dell’Oceano Atlantico e la nave statunitense Okeanos Explorer si aggira attorno all’Arcipelago delle Azzorre. L’obiettivo? Studiare una cresta vulcanica in prossimità del fondale.
La missione esplorativa è stata commissionata dalla National Oceanic and Atmospheric Administration che ha fornito tutti gli strumenti necessari all’indagine di acque e suolo. Cosa è successo di strano? Sul fondale marino gli esploratori hanno rinvenuto qualcosa di inspiegabile.
Oceano Atlantico: sul fondale sono state ritrovate delle geometrie non riconducibi a entità note
L’Okeanos Explorer, nave americana dal nome degno delle più epiche naumachie, è in missione esplorativa attorno all’Arcipelago delle Azzorre. La National Oceanic and Atmospheric Administration ha messo a disposizione un team di ricerca specilizzato.
I ricercatori, col preciso obiettivo di osservare il fondale oceanico in una zona geologica interessata da particolari attività vulcaniche, è sceso nelle profondità marine. Il mezzo di trasporto? Un sommergibile robotico in grado di raggiungere grandi profondità.
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L’impresa ha dell’epico, soprattutto se si pensa a ciò che è emerso. Il caso esemplificato da questa indagine scientifica sembra a tutti gli effetti caratterizzato da una buona dose di serendipità. Quella che era nata come un’indagine su una cresta vulcanica, si è trasformata nella scoperta di anomali fori sul fondale marino.
Raggiunti i 2,5 km di profondità, sul fondale dell’Oceano Atlantico sono stati chiaramenti intercettati dei buchi disposti in linee rette fin troppo precise. Il fenomeno non è circoscritto alla sola area menzionata. Una settimana dopo il team ha identificato altre 4 serie di buchi distanti 483 km dalla zona precedente.
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La profondità del fondale era in questo caso di 1,6 km dalla superficie. Il NOAA ha rilasciato un comincato stampa in cui affermano che sebbene sembrino opera dell’essere umano, i cumuli di sedimenti attorno ai fori lasciano pensare che non sia così. Sembra anzi che siano stato scavanti da qualcosa.
Il sommergibile robotico non è stato capace di colpire i buchi con gli strumenti a disposizione, pertanto il mistero resta insoluto. Non è la prima volta che si rintracciano simili segni, è noto la zona del ritrovamento sia sismica e anche punto di conversione di diverse placche tettoniche.