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Lifestyle

Dormire all’aperto per il troppo caldo: si può! La nuova moda ha radici antiche

Il caldo eccessivo degli ultimi tempi ci sta mettendo a dura prova, di giorno e di notte: dormire all’aperto potrebbe essere la soluzione migliore: moda o tradizione?

Relax all’aria aperta (Pixabay)

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Dormire all’aperto è un’abitudine che risale ai primi del Novecento. Durante la stagione estiva, praticamente, tutti soffriamo di disturbi del sonno, questi ovviamente sono dovuti al caldo eccessivo che ci fa dormire male. Per risolvere il problema e cercare di riposare meglio potremmo provare a riscoprire un’abitudine che era in uso già un secolo fa: dormire all’aperto.

Questa tradizione, in realtà, ha origini ben più lontane. Infatti, soprattutto nei paesi meridionali e asiatici, dove il caldo si fa sentire con più forza, è molto frequente, ancora oggi, trovare persone che dormono all’aperto. In passato si trattava di un’abitudine utile non solo a combattere il caldo eccessivo, ma anche ad evitare di contrarre malattie particolarmente contagiose.

La tradizione del dormire all’aperto: molto più di un riposo

Dormire nel bosco sull’amaca (Pixabay)

In quei tempi lontani, chi aveva a disposizione una terrazza o una veranda, o ancora meglio un giardino, allestiva delle vere e proprie camere da letto per poter dormire sotto le stelle, all’aria fresca, e godendo delle temperature decisamente più gradevoli rispetto alle temperature molto più calde all’interno delle abitazioni.

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Una delle malattie molto contagiose da cui la popolazione cercava di proteggersi stando al fresco, era la tubercolosi, una malattia diffusa soprattutto nelle città molto popolate. All’epoca, si pensava che il contagio potesse essere prevenuto proprio stando al fresco e all’aperto. Nel XIX secolo era comune vedere i portici delle case americane, soprattutto nelle zone meridionali degli Stati Uniti, allestiti come delle vere e proprie camere da letto.

Anche a New York, a metà del XX secolo, era molto comune vedere i tetti dei grattacieli allestiti come delle camere da letto, con persone che riposavano al fresco sotto le stelle. Sempre per cercare di evitare contagi di malattie pericolose, dopo la prima guerra mondiale, con la diffusione dell’epidemia di influenza spagnola, era un’abitudine dormire fuori. Ora, dormire al fresco è tornato di moda.

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Si tratta, dunque, di un’abitudine che potrebbe tornare in voga per trovare un po’ di tregua dal caldo, provando a dormire meglio durante le nottate estive, soprattutto per chi non ha a disposizione condizionatori o ventilatori. Sicuramente è una soluzione efficace facilmente attuabile. Chi ha uno spazio esterno a disposizione potrebbe approfittarne.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.