Secondo lo studio effettuato da Greenpeace, occorre anticipare lo stop alle auto a benzina e diesel, prefissato al 2035. Come mai?
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Lo stop alla compravendita di auto a benzina e diesel, al momento, è fissato a 2035, data in cui l’elettrico subentrerà a pieno regime. Tuttavia, secondo l’indagine effettuata da Greenpeace, occorrerebbe anticipare lo stop addirittura al 2028. Anticipando lo stop alla vendita dei veicoli tradizionali, si risparmierebbero più di 500 milioni di tonnellate di petrolio.
Tra l’altro, le emissioni inquinanti d CO2 sarebbero ridotte di quasi 2 miliardi di tonnellate. In Europa, i soldi risparmiati dai cittadini si aggirerebbero attorno ai 600 miliardi di euro. Questi sono i dati forniti da Greenpeace Germana, nel suo studio intitolato Drive Change, il quale indaga sulla dismessa dei motori termici nei prossimi anni e sui soldi che i Paesi risparmierebbero, reinvestendoli in altro.
In Italia, anticipando la dismessa dei motori termici, risparmieremmo più di 50 milioni di tonnellate di petrolio. Se la Commissione ha stabilito il 2035 come data decisiva per la sostituzione delle auto tradizionali con quelle del futuro, alcuni Paesi propongono un’anticipazione al 2030. Tutto ciò, dopo l’ennesima crisi del carburante, con prezzi saliti alle stelle e un guerra che sta bloccando la transizione ecologica.
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Gli esperti avvertono che ormai il mondo intero sta invertendo la rotta, tornando ai combustibili fossili, ma se si continua così, gli accordi di Parigi sul clima salterebbero. L’industria automobilistica dipende dal petrolio, perciò è fortemente coinvolta. Tra danni ambientali, petrolio in esaurimento, transizione green, la crisi sta travolgendo tutte le aziende automobilistiche. Già sono iniziate le proteste di tutti gli addetti del settore.
l’Italia, tuttavia, ha un approccio molto timido sulla questione. Da una parte vorrebbe ossoervare tutti gli obiettivi prefissati dall’accordo di Parigi, dall’altra non riesce ad effettuare velocemente la transizione ecologica. Per questo motivo continua a rimandare, e lo stesso Ministro Cingolani mette in dubbio l’abbandono dei motori termici entro 2035. I timori sono molteplici, da parte de Governo, da parte delle aziende automobilistiche e da parte dei lavoratori.
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Tuttavia, bisogna chiarire che un passaggio dal termico all’elettrico è una mossa obbligatoria, tra l’altro neanche dannosa. Non ci sarebbero tagli di posti di lavoro e non ci sarebbe nemmeno un danno economico. Secondo i dati forniti da molteplici studi, nessuno risentirebbe della trasformazione, anzi, si migliorerebbero tante cose. Sicuramente ne gioverebbe l’ambiente, ma anche l’economia dei Paesi più avanzati.